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Le culate di La Malfa e la pista del ghiaccio
Parlare seriamente di cosa accade oggi all’interno dei partiti, è come pisciare controvento. Lo so. Ma poiché in direzione del vento lo fanno ormai tutti, mi punge vaghezza, per stare all’Inferno dantesco in cui è precipitata la politica organizzata, di fare il bastiancontrario.
Parlare seriamente di cosa accade oggi all’interno dei partiti, è come pisciare controvento. Lo so. Ma poiché in direzione del vento lo fanno ormai tutti, mi punge vaghezza, per stare all’Inferno dantesco in cui è precipitata la politica organizzata, di fare il bastiancontrario. Con leggerezza, perché di gente che smadonna, flatuleggia e rutta ce n’è già troppa. E con occhio mallevadore rivolto al piccolo mondo antico biellese dove i partiti, come peraltro altrove, sono i cirenei delle istituzioni destrutturate. Cambio di passo. Il PD biellese, figlio d’ultimo letto (e di incestuosi connubi) del PCI monolitico di Pietro Secchia, è una nebulosa di …ani.
Renziani, bersaniani, cuperliani, d’alemiani, civatiani, in cui il blocco degli ani di Pippo Civati rappresenta, nel partito guidato dal tenero Furia, il più forte pacchetto di mischia coordinato dal Tetro La Malfa e teleguidato dal nativo Cosseddu che civateggia a Roma a fianco del capo.
L’enigma Cavicchioli (sulla cui origine, presente e futuro si continuano a consultare gli aruspici) è marginale come, finora, il suo ruolo di sindaco. Ma organici seguaci di Pippo sono, a Palazzo Oropa, oltre al già citato La Malfa primo proconsole, il capogruppo Leone, il capo di gabinetto Barbierato, il press agent Canneddu e altri minori. Fuori: il Rossi presidente ATL, lo Zola che produce le cronache del pattume in nomine Belletti, e altri minori o che mi sfuggono.
Putacaso che Civati decida, come annuncia da un anno un giorno si e l’altro anche, di lasciare il renzismo tossico per la sinistra e mettersi in proprio, magari con Vendola, che faranno i pippiani biellesi? Invocheranno Robertone Pietrobon e costituiranno la falange biellese di Pippo in Nichi? Faranno finta di niente, e continueranno a collaborare al patto del nazareno che, cacchio cacchio tomo tomo (Totò dixit), va avanti anche da noi da piazza Duomo in giù?
Il bibelot più atteso in questi giorni dai biellesi sembra essere la pista del ghiaccio fra il Duomo e il Municipio, voluta fortemente e realizzata dall’assessore ai languenti commerci cittadini, La Malfa. Forse per prepararsi con i suoi pard a deambulare sull’algido scivoloso che l’aspetta. Forse per allenarsi alle culate.
giulianoramella@tiscali.it
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