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La Regione chiede di abbassare le rette degli anziani nelle case di riposo: il Servizio sanitario deve pagare di più

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Avviare la revisione temporanea delle percentuali di compartecipazione alla retta complessiva degli anziani ospitati in convenzione nelle Residenze sanitarie assistenziali, prevedendo un maggiore carico sul servizio sanitario ed un minore onere per le famiglie, è la richiesta che l’assessore regionale alla Sanità, anche in qualità di coordinatore nazionale della Commissione Salute della Conferenza delle Regioni, ha inviato al ministro della Salute.

In concreto, viene proposto al ministro di porre allo studio una forma di contribuzione urgente una tantum per le Rsa a fronte dei maggiori costi sostenuti e dei minori ingressi dovuti al Covid, oltre a consentire alla rappresentanza delle Regioni di partecipare alla Commissione ministeriale di riorganizzazione delle Rsa.

Le attuali condizioni, anche finanziarie, delle Rsa possono comportare la mancata risposta socio-assistenziale di un comparto che coinvolge direttamente ed indirettamente centinaia di migliaia di lavoratori e che ospita centinaia di migliaia di anziani, in un periodo in cui il Servizio sanitario nazionale dovrà fronteggiare la nuova recrudescenza del Covid. La riorganizzazione potrà richiedere investimenti ulteriori da parte delle strutture, anche sulla dotazione sanitaria e assistenziale (maggior presenza di medici e infermieri) che oggi comporterebbero, in vigenza degli attuali Livelli essenziali di assistenza, un aumento della quota sanitaria ed un pari aumento della quota a carico delle famiglie

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