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Invasione a fil di costina

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A lei – per caso – da fastidio la cucina popolaresca?

Caro direttore,

abbiamo letto di questa invasione barbaresca a fil di costina grigliata, grassottelli lattonzoli dalla cotenna croccante, salcicce tedesche con contorno di cavoli e dolci profumi di marzapane siciliano. Una domanda. A lei – per caso – da fastidio la cucina popolaresca? Se così fosse sarebbe utile informarsi sulla non cucina biellese e le assicuro che sta parlando un biellese DOC il cui cognome è da secoli sul territorio biogliese e quindi…..

Bene! Grazie ai meridionali ed i veneti arrivati nel Biellese per lavoro, solo dal dopo guerra si diffuse qui da noi il consumo dell’olio di oliva, delle olive, dei carciofi e quindi diversi furono poi i modi per fare sughi , trattare le carni , il pesce e le verdure di contorno. Anche i toscani che erano sfollati da Pontedera con la Piaggio e che non rimpatriarono , generarono cucine sublimi . C’era Ferrino e la sua paglia e fieno. Non che qui non si conoscesse il pesce, anzi ottima era la trota al burro che si faceva nella Valle Cervo. Ma si era limitati dalla tradizione e con poche taverne che proponevano sempre le solite cose.

Grazie ai sardi, importante comunità con scambi antichi tra noi e loro, invece il profumo del loro maialino e importantissimi vini. Per brevità e senza nessuna intenzione di innescare una polemica culinaria, il biellese non si è mai caratterizzato per una sua cucina tipica mediata da altre culture come ad esempio fu la caponata siciliana , perché la sua posizione non è di passaggio.

A Biella si deve arrivare e questo ha generato una certa cultura conservativa e reazionaria inadatta alla globalizzazione odierna e al mix culturale. Però non tutti sono retrivi al cambiamento. Ieri girando a Valdengo da un vivaista ho visto almeno una cinquantina di vasi con la menta che impiegano i marocchini per le loro bevande. Un vivaista intelligente ed un ottimo commerciante. Inoltre, ed è doveroso che avvenga, le province dovranno essere inevitabilmente soppresse ed i comuni accorpati. Se così avverrà Lei dovrà cambiare editore o modificare l’attuale logo in quanto, cassando la provincia non avrebbe ragione di esistere più la testata. Auguri!

Giorgio Florio

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