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Il turismo con le pezze al culo

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La stagione turistica è finita, e nel Biellese non è mai cominciata evidenziando quanta indeterminatezza e quanta ambiguità si sommino, da noi più che altrove, sul concetto di turismo.

La stagione turistica è finita, e nel Biellese non è mai cominciata evidenziando quanta indeterminatezza e quanta ambiguità si sommino, da noi più che altrove, sul concetto di turismo.   Oggetto misterioso, araba fenice, totem a cui dedicare canti e danze propiziatorie per un futuro oscuro e angoscioso, il turismo biellese  sta diventando come la nazionale di calcio: tutti abbiamo una ricetta infallibile, tutti elaboriamo strategie vincenti, tutti siamo convinti di saper fare, e far fare, gol.  In realtà la scommessa turistica del territorio biellese, anche in vista di Expo 2015, balbetta le proprie puntate nel momento in cui il turismo e l’intrattenimento fanno segnare a livello nazionale dei vertiginosi picchi di caduta.
Ma restiamo a noi.  Il bilancio dell’estate turistica biellese 2014 (un comparto che nel 2012 valeva 42 milioni di euro) è disastroso, e alcune ragioni le ha indicate Pier Luigi Perissinotto, organizzatore del Festival 3.0 di Sordevolo che dopo la prima serata (Enrico Ruggeri più Alex e Franz: 300 spettatori) ha dato forfait, anche in relazione alle prenotazioni per gli spettacoli successivi: 50 per Alex Britti e 12 (dodici) per il balletto sulla Passione di Cristo.  Maltempo a parte, sostiene Perissinotto, il Biellese paga le dimensioni limitate del bacino d’utenza, il calo demografico e l’invecchiamento della popolazione.  Ciò che non dice è che il nostro territorio e la sua popolazione stanno inoltre vivendo una spaventosa crisi di liquidità, un impoverimento che deriva da ragioni che tutti conosciamo, che falcidia tutte le spese per i beni voluttuari, a partire da quelle per l’intrattenimento in chiave di turismo da mercato territoriale interno.  I biellesi tuttavia non stanno chiusi in casa, anche se piove, ma privilegiano mete che non comportano esborsi: Oropa affollatissima da gente per passeggiate con panino e acqua minerale appresso, vuoti i ristoranti e i negozi del bric a brac religioso;  Burcina affollatissima con pranzo al sacco, automobili parcheggiate fin sul Chiavolino e parcheggi a pagamento semivuoti;  Viverone gettonato per passeggiate sul lungolago e qualche ghiacciolo ai piccoli.  La regina dell’estate biellese 2014 è stata la Venere di Botticelli al Museo del Territorio Biellese che ha richiamato migliaia di visitatori in maggioranza paganti e, soprattutto, in larga parte provenienti da fuori provincia.  
Il problema, dunque, è quello di proporre iniziative non destinate ad un mercato interno economicamente esausto e stremato, ma indirizzate e promosse verso un pubblico che venga a Biella e nel Biellese per vedere e godere di cose che altrove non ci sono.  Coordinandole con intelligenza e promuovendole anche mediante canali mediatici esterni.  Altrimenti non uscirem

  (giulianoramella@tiscali.it)

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