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Il tesoretto del Cordar e le mani nelle nostre tasche

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Quindi, in un territorio dove non ci sono più soldi per riparare le strade, per riscaldare le scuole, per tenere aperta la Funivia scopriamo, quasi per caso, che la più grossa società pubblica, Cordar spa, che gestisce il bene comune più prezioso, l’acqua, avrebbe un tesoretto di un milioncino di euro di avanzo dal proprio bilancio.

Quindi, in un territorio dove non ci sono più soldi per riparare le strade, per riscaldare le scuole, per tenere aperta la Funivia scopriamo, quasi per caso, che la più grossa società pubblica, Cordar spa, che gestisce il bene comune più prezioso, l’acqua, avrebbe un tesoretto di un milioncino di euro di avanzo dal proprio bilancio. Un milioncino che, in buona parte, deriva dalle bollette che noi biellesi abbiamo versato e che qualcuno, pare, abbia sbagliato a farci pagare così tanto.

In un paese serio dovrebbero succedere due cose. La prima: chi potrebbe aver sbagliato i conti dovrebbe prendere atto dell’errore e agire di conseguenza. In realtà (per ben altri motivi) è da settembre che si parla delle dimissioni dell’Amministratore delegato di Cordar le quali sono state congelate, per la solita logica di occupazione delle poltrone pubbliche, in attesa che il PD si metta d’accordo su chi piazzare in quella carica.

La seconda: il “tesoretto” di Cordar dovrebbe venire redistribuito a chi lo ha “creato” e cioè a noi cittadini e, magari, decidere di far rispettare l’esito del referendum sull’acqua pubblica del 2011. Non dico che ci restituiscano i soldi, in questo paese non succede mai se non di fronte a un giudice ma, almeno, potrebbero scontarci le bollette per il prossimo anno.

Purtroppo, da quanto abbiamo letto e sentito in questi giorni, il Comune di Biella, azionista di maggioranza della società pubblica, ha chiesto (e probabilmente otterrà) la redistribuzione degli utili ai soci, cioè ai Comuni. L’Amministrazione Cavicchioli si è spinta addirittura oltre e, dei possibili dividendi (quasi 400 mila euro per Biella) avrebbe già, in parte, deciso come investirli. Per ora sappiamo solo che una parte sarà utilizzata per coprire i mancati introiti derivati dalla soppressione della tassa di soggiorno che, per quanto in astratto potesse essere sembrata iniqua, sta garantendo un piccolo gettito alle casse comunali, per una volta non provenienti dalla tasche dei biellesi, senza visibili ripercussioni.

Evidentemente un’efficace azione lobbistica ha permesso di far diventare una priorità assoluta la cancellazione di questa tassa. Purtroppo, per altre promesse elettorali orientate, queste sì, a una maggior equità sociale – scritte nero su bianco nel programma della coalizione che a giugno ha vinto le elezioni – si sta, invece, facendo melina. Si toglieranno 100 mila euro dal bilancio comunale e li si coprirà con il “tesoretto” di Cordar mentre, per esempio, altre scelte ben più pesanti per la collettività fatte da Gentile&co., come il costo delle mense scolastiche o il trasporto pubblico urbano, rimarranno al palo.

La politica è questione di scelte e priorità sempre, anche (o soprattutto) quando si amministra un Comune. Da queste si capiscono molte cose. A volte, anche troppe.

Roberto Pietrobon

www.alasinistra.org

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