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Il neuroparlamentare
E’ lui, Gianluca Buonanno, sovrano del Monte Rosa e delle valli che digradano fino al Po, europarlamentare, sindaco di Varallo, gauleiter di Valsesia e Biellese, il protagonista delle cronache demenzialpolitiche internazionali e nazionali. Un salto di qualità per colui che nel 2010 Mercedes Bresso definì in tv un “turacciolo ignorante”. Un motivo d’orgoglio, seppur tangenziale, per noi biellesi al pensiero che di cotanta star è stato ostetrico, paraninfo e pigmalione la più grande gloria neofascista nostrana, Sandro Delmastro che, da fiduciario almirantiano, colse il piccolo fiore selvatico valsesiano, lo strappò alla defatigante attività di venditore porta a porta della scopa “Pippo”, lo trapiantò nell’aiuola del MSI, lo coltivò amorevolmente introducendolo ai segreti della dialettica, della cultura politica, e portandolo fino alla carica di sindaco di Serravalle Sesia.
Da cui il piccolo camerata spiccò il volo solitario abbandonando le tetre atmosfere missine per le verdi praterie leghiste. L’ultraventennale carriera politica ha visto l’ormai cinquantenne vispissimo Buonanno occupare tutto il possibile, sempre protagonista, sempre sorretto dal talento per il teatro comico ereditato dal nonno pugliese che fu spalla di Ettore Petrolini. Una carriera scandita da un crescendo di colpi di teatro/farsa: le incursioni alla gianni e pinotto nella cultura con Vittorio Sgarbi, i vigili di cartone, la distribuzione gratuita di viagra agli anziani prostatici, l’elaborazione della tesi linguistico-casearia-antropologica secondo cui se non ci fosse la padania non esisterebbe il grana padano e neppure il gazzettino padano, la spigola un po’ passata e olezzante lanciata verso la presidente dalla Camera dei Deputati, i furori contro gli omosessuali.
Giuliano Ramella
La versione integrale della Paga del sabato è pubblicata sulla Nuova Provincia in edicola oggi a solo 1,20 euro
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