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“Il lupo biellese si chiama M1, è solo da otto anni e cerca una femmina”

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Il lupo biellese ha un nome o per meglio dire una sigla (M1), da diversi anni vive in Valsessera ed è alla ricerca di una femmina. Lo ha affermato la dottoressa Francesca Maruccola.

Il lupo biellese ha un nome o per meglio dire una sigla (M1), da diversi anni vive in Valsessera ed è alla ricerca di una femmina. Lo ha affermato la dottoressa Francesca Maruccola che l’altra sera ha preso parte, nella sede della società La Bufarola, dell’incontro “Il Ritorno Naturale del Lupo sulle Alpi: Nuovi Equilibri e Quali Dinamiche Future?”.

La dottoressa, esperta della specie nonché coordinatore scientifico del progetto europeo “Life WolfAlps”, ha parlato del fenomeno del ritorno naturale del lupo sull’arco alpino con particolare attenzione alla provincia di Biella, e delle implicazioni gestionali che tale processo comporta, dalla necessità dell’adozione di sistemi di protezione del bestiame all’interazione del lupo con la gestione venatoria.

«Non è un animale pericoloso – spiega -. Non bisogna avere paura perché i lupi non aggrediscono l’uomo, neanche in branco. Da circa 20 anni ci occupiamo dei vari avvistamenti avvenuti in Piemonte, e non si è mai registrata un’aggressione a escursionisti, anzi scappano sempre. Nel caso in cui la loro presenza non sia gradita bisogna fare rumore e gridare forte in modo che scappino via. Sicuramente quando torna è un problema per la zootecnica, ma gli allevatori se seguiti correttamente e con sistemi di prevenzione adatti (l’impiego di cani da guardia ben addestrati, l’utilizzo di recinzioni elettrificate e la presenza assidua del pastore in alpeggio sono, nella maggior parte dei casi, sistemi efficaci, soprattutto se usati insieme) sono in grado di convivere pacificamente con questo animale. Ne sono un esempio le province di Cuneo e di Torino, dove oramai da alcuni anni sono presenti diversi branchi. Lo scorso inverno abbiamo fatto un monitoraggio estensivo del territorio del cunese e del torinese e abbiamo stimato come minimo circa 16 branchi, formati in media da 4-5 esemplari. A Biella, invece, ci sono solo degli esemplari solitari. Dai risultati delle analisi genetiche sui campioni degli escrementi ritrovati è emerso che appartenevano allo stesso esemplare di lupo campionato negli anni precedenti, presente nel territorio almeno dal 2007».

Un branco di lupi è formato da due esemplari alfa, un maschio e una femmina, gli unici a riprodursi all’interno del gruppo. I giovani, una volta cresciuti, si disperdono per andare a formare il proprio branco e ripopolare la zona. Trovato il luogo giusto si fermano e aspettano un altro membro con cui accoppiarsi e costituire il branco. «In Valsessera – conclude la ricercatrice – è dal 2007 che c’è lo stesso esemplare, che abbiamo chiamato “Maschio 01” (o M1). Sicuramente ci sono anche altri lupi, ma si tratta di esemplari di passaggio. Il lupo maschio del biellese sta aspettando da almeno otto anni la femmina alfa con cui procreare e ripopolare la zona».

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