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Farmacia gli nega la bombola d’ossigeno
I familiari dell’anziano con problemi respiratori l’hanno poi trovata in un altro esercizio. Marucchi racconta: «Rifiutata ai parenti di un paziente perché ne era rimasta solo una»
“Hanno chiesto una bombola d’ossigeno, ma in farmacia gli hanno risposto di averne solo più una e di non potergliela consegnare”.
Gianluca Marucchi, mentre racconta questa storia, ancora non se ne capacita. Protagonisti, loro malgrado, sono stati i parenti di un uomo molto anziano che aveva seri problemi di respirazione.
“I familiari – continua Marucchi –, che in quel momento avevano altre cose a cui pensare, non hanno perso tempo e si sono rivolti ad un’altra farmacia, quella nuova che si trova in via Sandigliano, a Candelo. In modo rapido gli è stata procurata la bombola, necessaria per dare un po’ di sollievo al paziente”.
Un po’ di sollievo negli ultimi momenti della sua vita, l’uomo è infatti spirato poche ore più tardi.
Marucchi, però, si è intestardito e ha provato a capire cosa potesse giustificare il rifiuto di una bombola d’ossigeno: “Facendo delle mie indagini private – aggiunge -, ho scoperto che l’esercizio che ha negato l'ossigeno non ha consegnato la bombola perché il protocollo dice che una deve sempre essere tenuta in farmacia. Allora io mi dico, ma se ne hai solo due e sei reputata una delle più grandi farmacie del Biellese e ti arrivano due famiglie di pazienti che necessitano di ossigeno, cosa fai? Ne lasci morire una?”.
Una prima risposta gli è arrivata proprio da un altro farmacista: “Gli ho fatto questa domanda e lui mi ha detto che piuttosto avrebbe infranto il protocollo e poi si sarebbe autodenunciato, ma che non avrebbe mai lasciato senza ossigeno un paziente”.
Infine Marucchi lancia un appello, questa volta alle forze dell’ordine: “Le prego di prendere in considerazione di controllare che ogni farmacia sia cautamente rifornita di ossigeno. Perché morire con la “fame d’aria” non è bello”.
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