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Esche vive per cacciare uccelli, una vergogna
Molte migliaia di tordi, merli, allodole, cesene, colombacci, pavoncelle, sono catturati ogni anno nelle apposite reti, di lì tradotti in minuscole gabbie. Accecati (sissignori: accecati!) di proposito, i volatili riconoscono il cielo nella stagione di caccia. Attirando, inconsapevolmente, migliaia di suoi simili nelle reti.
Caro Direttore
esiste in Italia, unico Paese in Europa, una pratica crudele e incivile: l’utilizzo di esche vive per attirare e cacciare gli uccelli selvatici. Praticata da uomini crudeli e incivili. Basata sull’inganno e sfruttando il desiderio di libertà che i piccoli volatili manifestano, in autunno e in inverno, dopo mesi di segregazione al buio. Purtroppo, questo accade deliberatamente quando alcune specie migratorie, che hanno nidificato nel Nord Europa, arrivano nelle nostre regioni: attratti dalle inconsapevoli esche, finiscono nelle reti tese dai cacciatori.
Molte migliaia di tordi, merli, allodole, cesene, colombacci, pavoncelle, sono catturati ogni anno nelle apposite reti, di lì tradotti in minuscole gabbie. Accecati (sissignori: accecati!) di proposito, i volatili riconoscono il cielo nella stagione di caccia. Attirando, inconsapevolmente, migliaia di suoi simili nelle reti. L’ Autunno scorso la Lipu (Birdlife Italia) ha lanciato una campagna per raccogliere cinquantamila firme e chiedere al Parlamento italiano di bandire finalmente l’uso degli uccelli da richiamo. Il numero di cinquantamila firme era simbolico e corrisponde alla quantità di uccelli migratori “legalmente” catturati ogni anno in Italia per diventare richiami nelle gabbiette.
I cacciatori italiani sono noti per i loro comportamenti all’estero: sconvolgenti e indegni. E per le reazioni sdegnate di turisti che in alcune regioni si imbattono in cacciatori che sparano a tutto ciò che si muove, talvolta con tragiche conseguenze. I prossimi giorni saranno cruciali: il Senato dovrà scegliere tra le proposte del governo e gli emendamenti delle associazioni ambientaliste, contrarie all’utilizzo delle esche vive. Il Governo Renzi, già impegnato sul fronte della ripresa economica e delle riforme istituzionali, riservi l’attenzione che si merita anche alla conservazione del patrimonio ambientale. Dare l’addio ad una usanza terribile, ne qualificherebbe l’azione e riporterebbe l’Italia tra le Nazioni che amano veramente la Natura. E non solo a parole.
Marziano Magliola
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