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Due ruspe su di me e tutti felici e contenti

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Ohi, ohi, ohi… questi lettori qui sono un po’ acidelli… una cifra acidelli! Fratelli – e iniziò così il sermone – ma che pandemonio mi avete combinato la scorsa settimana dopo la pubblicazione del mio articoletto a proposito di maleducazione e new generation? Non vorrete mica farmi paparazzare quando butto la monnezza in ciabatte?

Ohi, ohi, ohi… questi lettori qui sono un po’ acidelli… una cifra acidelli! Fratelli – e iniziò così il sermone – ma che pandemonio mi avete combinato la scorsa settimana dopo la pubblicazione del mio articoletto a proposito di maleducazione e new generation? Non vorrete mica farmi paparazzare quando butto la monnezza in ciabatte?

Quel venerdì, il mio cellulare non ha smesso un solo secondo di fischiare, e neppure le mie orecchie, ma immagino lo sappiate già, furbetti. A ripensarci, e facendo attenzione a non sciupare troppo il mio meraviglioso rossetto geranio, ora riesco anche a riderci su, ma avete presente il giorno del fattaccio quanti tubetti di mascara mi avete costretto a far fuori? Uh, un disastro. Un po’ come è un disastro affermare di sapere leggere senza però volere leggere. Un po’ come è un disastro proclamarsi paladini dell’educazione per poi scazzottarsi virtualmente sui social.

Ecco, nel preciso istante in cui facevate a pugni, non sapevo se ritoccare il mio make up servendomi di mascara o di rossetto, oppure se strapparmi direttamente il parrucco. Oppure, ancora, se interpellare tutti i santi del paradiso in ordine alfabetico, ma sono pur sempre una signorina e certe volgarità non si dicono. Pardon, correggo, non mi hanno insegnato a dirle. A gran voce, mi è stata richiesta una classifica dei commenti post articolo più tristemente avvincenti di tutta la pappardella emersa sulla famigerata piattaforma Facebook,  dunque vi chiedo gentilmente di prestare massima attenzione, in quanto tra i fortunati estratti potreste esserci anche voi.

Eccoci qua. Pinuccio mi scrive che piange – ti presto fazzoletto o mascara? – al pensiero di lasciare a suo figlio un mondo in cui “una come Silvia” ha una rubrica su un giornale. L’amico Ernestino rincara la dose proponendo una guerra contro la malcapitata fanciulletta, io nella fattispecie, il cui maggior interesse nella vita è avere il rossetto giusto – sì, e non vi rivelerò mai di che marca è! -. La Mariuccia, poi, è stata mitica con l’exploit “son tutti finocchi col culo degli altri, pseudo giornalaie che pretendono di scrivere articoli” – Mariuccia, ma chérie, sei sempre di una finesse unica! –. Che dire dell’amica Ughetta, che si chiede a voce alta se prima di pubblicare questi articoli – talmente beceri  e scandalosi, io stessa aggiungerei – qualcuno ne legga il contenuto oppure venga pubblicata qualsiasi porcheria pur di riempire le pagine – rimarrà un mistero, tesoro –. Abbiamo poi Guendalina Bla Bla che sbadiglia di continuo per i trafiletti di codesta Silvia, tal tripudio d’ovvietà – ricordati le mentine, Guendalina cara, o ci farai svenire tutti! –. Il top dei top però rimane Ferruccio, che indicando come scabro e fatuo l’articolo in questione, vince tutto definendo la scrittura della povera, piccola Silvia indifesa “alla Travaglio michelangiolesco” – ragazzi, quanta estemporanea poeticità a palate –.  Pensare che avrei voluto soltanto riportarvi ciò che spesso incrociano i miei occhi. Pensare che speravo fosse un pensierino elementare di immediata contestualizzazione. E invece solo Mengoni può ostinarsi a credere ancora negli esseri umani. Insomma, un polverone con lode per la regina dell’aria fritta, che per campare fa tutt’altro. Ma, come per il brand del mio rossetto, non ve lo rivelerò mai!

Silvia Serralunga

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