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Con “Bimbi in rete” nelle classi a scuola di internet

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Negli ultimi dodici mesi la scuola è stata sballottata come una nave in tempesta, effetto collaterale della pandemia che ha rivoluzionato le vite di tutti. Uno strumento si è rivelato fondamentale per la “ciurma” composta da insegnanti, famiglie e soprattutto bambini e ragazzi che hanno cercato di mantenere la rotta dell’educazione: internet. Ma si è rivelato tanto prezioso quanto non abbastanza conosciuto da chi, di punto in bianco, si è trovato ad averne bisogno non per divertirsi cercando un video carino, ma per imparare. È per colmare questo divario che Community School ha impostato il progetto “Bimbi in rete”, pensato per gli allievi della scuola primaria e declinato in due proposte, suddivise per cicli (classi I-III e classi IV-V).

«Questo progetto» racconta Manuela Baldo che ne è responsabile «intende fornire ai bambini un quadro generale sul mondo di internet, sul significato di rete, su potenzialità, opportunità e rischi legati al mondo del digitale. Il gioco, le relazioni sociali e la capacità di raccontare e di raccontarsi saranno alla base delle attività proposte, durante le quali i bambini verranno accompagnati verso un approccio generale alla rete, in modo pratico e personalizzato, per farne un utilizzo consapevole e con riferimenti all’educazione civica».

Per capire internet, non è necessario che tutti abbiano tra le mani un computer o un tablet. Le attività proposte, in presenza e con tutte le precauzioni di sicurezza necessarie ai tempi della pandemia, mescolano il gioco con la conoscenza in modo fantasioso e istruttivo. Come parlare ai più piccoli dei contenuti della rete? Facendoglieli – letteralmente – pescare da una scatola-acquario piena di pesciolini plastificati (e sanificabili, in era-coronavirus) ognuno dei quali rappresenta qualcosa che si può trovare navigando. Come imparare a comportarsi quando si è costretti a casa con la didattica a distanza? Simulando una lezione con l’aiuto della lavagna multimediale in cui l’insegnante è in aula ma nascosto e la sua immagine compare sullo schermo. Così, con un gioco, si manda a memoria il galateo della videochiamata che per i più grandi diventa un’attività diretta: saranno loro a scrivere le regole di buon comportamento per poi confrontarle con quelle stilate dall’Unicef. Per entrambi i cicli di laboratori sono previsti tre interventi in classe più due approfondimenti per i ragazzi e un incontro con i genitori che si svolgerà in modalità virtuale e servirà ad aiutare anche loro a capire regole e opportunità date dalla didattica in rete.

Per avere informazioni sul progetto, le scuole possono contattare Manuela Baldo (manuela.baldo@tantintenti.org), della squadra di edutainment della Cooperativa Sociale Tantintenti, capofila di Community School, il patto territoriale che ha unito 47 partner del Biellese, tra istituzioni, associazioni e privati, ed è stato selezionato da Con i Bambini nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile.

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