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C’era una volta Forza Italia
A guardare la politica dall’unico luogo dal quale i comuni cittadini possono scoprirne le vicende, gli organi d’informazione, abbiamo nuovamente la conferma che la maggioranza e l’opposizione nel biellese sono riassunte in un unico partito: il PD.
A guardare la politica dall’unico luogo dal quale i comuni cittadini possono scoprirne le vicende, gli organi d’informazione, abbiamo nuovamente la conferma che la maggioranza e l’opposizione nel biellese sono riassunte in un unico partito: il PD.
La vicenda della delibera regionale sul riordino della rete ospedaliera è emblematica; da una parte la vecchia guardia dalemiana che critica il piano e, dall’altra, la “nuova” leva renziana che difende l’operato della Giunta Chiamparino e i tagli imposti dal governo Renzi. Quello che traspare – oltre ad alcune virulente discussioni su facebook – ha un decimo di intensità rispetto a quello che, in verità, tra telefonate, sms e mail sta avvenendo in casa PD. In mezzo a questo scontro provano ad inserirsi le uniche due forze politiche che invece il proprio ruolo lo hanno compreso benissimo: Lega e Fratelli d’Italia.
I loro sindaci e i loro rappresentanti istituzionali cercano, per ora con scarsi risultati, di far emergere un’opposizione, almeno formale, al monocolore PD che governa da Biella a Roma. Purtroppo (per loro) certe battaglie sono spesso urlate e si scontrano con il muro di gomma democratico che le fa durare lo spazio di un titolo sul giornale. Una strategia, quella del PD, non so quanto realmente studiata, ma che produce un evidente deficit di democrazia; la garanzia per una politica efficace e trasparente sta proprio nel giusto equilibrio tra chi ha avuto la delega per governare e chi quella di controllare. Vi è quindi un totale squilibrio di rappresentanza determinato, prima ancora che dal merito dei problemi, dall’assenza di confronto tra le parti. Assenza di confronto che si produce anche, se non soprattutto, dall’assoluta latitanza di chi dovrebbe, per numeri e uomini, avere il diritto/dovere di rappresentare le istanze del centro destra biellese: Forza Italia.
Di questo partito, oramai condannato ad essere un triste simulacro del passato radioso e delle percentuali bulgare alle quali ci eravamo abituati negli ultimi vent’anni, si è persa ogni traccia. Se in Consiglio Comunale alcuni consiglieri forzisti fanno a gara a chi resiste di più nell’ostinata volontà di non proferire parola su nulla, scopriamo che i “giovani leoni” che hanno fatto gli Assessori o lo sarebbero divenuti con la riconferma di Gentile, sono diventati teneri agnellini. I vari Gaggino, Barrasso e Robazza che per alcuni erano il volto giovane, pulito e promettente del centro destra biellese, sono spariti dai radar e anche dai banchi di Palazzo Oropa. Il sempre in sella Roberto Pella, ritornato Sindaco di Valdengo, oramai si appresta a diventare un “renziano di complemento”, avendo capito che la barca berlusconiana non è più in grado di garantire a nessuno un’adeguata carriera politica. Del coordinatore provinciale ed ex consigliere regionale Lorenzo Leardi, a parte qualche incomprensibile battibecco sui giornali con i parenti serpenti della Lega, abbiamo perso completamente le tracce. L’unico che, per ovvie ragioni, conserva ancora un ruolo è il sempre eletto Gilberto Picchetto Fratin da Gifflenga che da capogruppo e segretario regionale degli azzurri, prova ad inserirsi nel dibattito politico locale, con poca convinzione e con scarsissima efficacia anche in considerazione della situazione disastrosa nella quale ha lasciato il bilancio della Regione Piemonte.
Una situazione, quella appena descritta, che dovrebbe far gioire i democratici biellesi ma che, a ben vedere, dimostra da un lato lo scarsissimo interesse che la politica locale riveste anche per i suoi stessi protagonisti e, dall’altro indebolisce, nei fatti, gli stessi che dovrebbero befeniciarne. Qualcuno direbbe che “grande è il disordine sotto il cielo” ma, in questo caso, non so quanto “la situazione sia ottimale”.
Roberto Pietrobon
www.alasinistra.org
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