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Biella non è Cuneo, il mondo è altrove
“Anch’io, sa, sono un uomo di mondo: ho fatto per tre anni il militare a Cuneo.” Marco Cavicchioli, cultore della commedia all’italiana e dei film di Totò, conosce certamente questa battuta che la più grande maschera italiana del Novecento ha pronunciato in almeno una decina di pellicole, tutti grandi classici della comicità cinematografica nazionale.
“Anch’io, sa, sono un uomo di mondo: ho fatto per tre anni il militare a Cuneo.”
Marco Cavicchioli, cultore della commedia all’italiana e dei film di Totò, conosce certamente questa battuta che la più grande maschera italiana del Novecento ha pronunciato in almeno una decina di pellicole, tutti grandi classici della comicità cinematografica nazionale.
Chissà se al Sindaco è tornata in mente mercoledì in occasione della riunione di insediamento del Consiglio comunale di Biella e della nuova Giunta.
Perché la visione di Biella, della sua vocazione e delle sue prospettive turistiche nel dire di Chavicchioli sembrano riflettere, per li rami e rovesciata, la “filosofia” del principe della risata: Biella non è Cuneo, il mondo è altrove.
Fuor di metafora va detto che la semplificazione con cui il Sindaco ha liquidato la questione del turismo a Biella (non c’è vocazione e non si può pensare di sostituirlo al manifatturiero) non riflette l’articolato del programma elettorale in cui sono presenti alcune buone indicazioni.
Credo che nessuno pensi che lo sviluppo del turismo (che per il Biellese non può essere quello delle cartoline o della competizione con i grandi luoghi vocati) possa surrogare la caduta dell’attività industriale. Attenuarne gli effetti ed integrarla però si, a condizione di avere coscienza dei nostri veri, e in qualche caso unici, tesori territoriali.
(giulianoramella@tiscali.it)
Il testo integrale della rubrica sarà pubblicato domani sulla Nuova Provincia di Biella, in edicola a soli 1,20 euro.
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