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Biella è più bella che mai
A volte basta poco, un guizzo di fantasia e un po’ di buon gusto. Paradossalmente, proprio nell’anno in cui la CCIAA di Biella ha chiuso i rubinetti, i commercianti hanno tirato fuori il coniglio dal cappello. Meno luci certo; ma più garbate ed eleganti; punti vendita ravvivati da operazioni di co-marketing: colleghi ospitati nella propria sede con dimostrazioni, test e promozioni conditi con un po’ di musica, pizzette e prosecco; sempre graditi, specie a fine pomeriggio.
A volte basta poco, un guizzo di fantasia e un po’ di buon gusto. Paradossalmente, proprio nell’anno in cui la CCIAA di Biella ha chiuso i rubinetti, i commercianti hanno tirato fuori il coniglio dal cappello. Meno luci certo; ma più garbate ed eleganti; punti vendita ravvivati da operazioni di co-marketing: colleghi ospitati nella propria sede con dimostrazioni, test e promozioni conditi con un po’ di musica, pizzette e prosecco; sempre graditi, specie a fine pomeriggio.
E che dire degli “Gnomi della Lana”? Graziosissimi ma, soprattutto, tutti uguali: finalmente, in centro, un po’ di “immagine coordinata”! Qualche mese fa avevamo assistito a tentativi di animare (o rianimare) via Italia; nane e ballerini, ognuno con il suo striscione/banchetto… deprimente. Le basi però, c’erano già, negli ombrelli colorati sospesi in via Marconi.
Commentando l’iniziativa su Facebook dissi che servono più idee che quattrini per rendere gradevole un centro cittadino. Se n’è accorta anche Rai3 regione, che ha dedicato un servizio all’iniziativa biellese. E così anche Bianchetto Buccia, Novaretti e Sacco (in rigoroso ordine alfabetico) hanno portato la voce del commercio cittadino un po’ più in la, fuori dai campanili, nel resto di una regione, il Piemonte, sempre più vivace culturalmente e quotata turisticamente. Chi conosce la comunicazione sa bene che non basta dare soldi pubblici a una soubrette e farla girare spaesata per la Valle dell’Elvo in MTB per creare posizionamento turistico.
Spremiamoci il cervello, dunque; raccogliamo un po’ di soldi dai privati, chiediamo agli enti coordinamento e patrocinio e, come dimostrato, faremo delle buone cose. Se l’anno prossimo riusciremo anche a mettere insieme un po’ di banchetti che non diano la sensazione di un’edizione straordinaria del mercato ma siano orientati al Natale, con stelle comete bianche e illuminate, presepi innevati e “Gnomi della Lana” da appendere all’albero ci sembrerà di essere a Montreaux, con buona pace dei detrattori delle tradizioni pagane.
I soldi dei comuni servono, in un paese civile, per strade, asili, assistenza sociale. Per il resto, aguzziamo l’ingegno e… mano al portafogli: le idee le abbiamo.
Paolo Mander
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