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Balena bianca o trota fario? –

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La Balena Bianca, la DC di Gianpaolo Pansa non la Moby Dick di Melville e del capitano Achab, è stata evocata su questo giornale da Roberto Pietrobon nel tracciare un paralleismo tra il trionfo politico nazionale del duo post-democristiano Renzi/Mattarella, e le manovre biellesi per portare un democristiano antico (Paolo Tavolaccini o Eugenio Zamperone) a succedere al cripto-democristiano Luigi Squillario alla presidenza della Fondazione Cassa di Risparmio di Biella, l’ultimo centro di potere, ancorchè acciaccato e ridimensionato, del nostro territorio in liquida.  A commento del microsaggio di Pietrobon,  anche da noi da più parti si è levato il lamento che risuona in tutto lo Stivale: moriremo democristiani!

Sono sostanzialmente d’accordo, con alcune puntualizzazioni.  La Balena Bianca democristiana, metafora demoniaca del male nella politica italiana, all’ombra del Mucrone ha più l’aspetto di una Trota Fario, preda ambita, astuta e sfuggente, dei nostri torrenti; predatore guizzante e scaltro con livrea mimetica che si acconcia anche a nutrirsi d’insetti sul pelo dell’acqua.   L’età della Trota Fario democristiana biellese è avanzata, e non sono alle viste avannotti.  Gli esemplari più pregiati e longevi si concentrano nella suddetta Fondazione bancaria e nella filiale di Città Studi dove, oltre ai tre già citati, troviamo Marco Neiretti, Ezio Mazzoli, Massimo Marchi, Giovanni Vachino, Paolo Lavino, Pietro Policante, Mario Novaretti e tre preti: don Fulvio Dettoma, can. Carlo Gariazzo e mons. Gianni Sacchi.  Tutti vispi ampiamente ultrasessuagenari (i preti non so) che sarebbe improprio e antistorico definire “democristiani”. 

In realtà referente è la Curia e il suo vescovo Mana perchè, come scrivevamo alcuni anni fa dopo un’elezione amministrativa, “a Biella si vince in Curia”.   La quale non dovrebbe essere del tutto estranea all’equivalente biellese del patto del Nazareno (che si capiva fin dal nome trattarsi di una roba post dorotea imbastita dal situazionista Renzi), cioè l’accordo secondo cui l’attuale amministrazione comunale di centrosinistra realizzerà la sistemazione milionaria della piazza Duomo nata da un accordo liturgico fra l’ex sindaco di centrodestra e il vescovo.  Il patto del Mosè?  

Giuliano Ramella


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