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Anch’io mi illumino di meno
Per chi non lo sapesse questo è stato lo slogan che ha accompagnato in tutta Italia la promozione di un’iniziativa volta al consumo consapevole dell’energia elettrica. Ogni città il 13 febbraio ha simbolicamente spento un angolo della sua “pelle” e anche Biella ha partecipato spegnendo le luci che illuminano la fontana della stazione.
Il risparmio energetico è un dovere del pubblico e del privato ma non sono qui per scrivere di un’iniziativa giusta e da rendere quotidiana. Semmai pensando a questa Biella, ormai in caduta libera da anni, figlia di un’Italia altrettanto mal messa, mi è venuto in mente quanto questo motto vada ormai bene per migliaia di cittadini biellesi.
“Ci illuminiamo sempre di meno” nei nostri pensieri, manca il lavoro, i tagli alla sanità stanno portando al collasso strutture storiche di assistenza ad anziani, persone diversamente abili.
Leggendo i giornali locali ogni settimana con tristezza apprendiamo che qualche nostro concittadino a forza di “ illuminarsi sempre meno” ha preferito spegnersi quasi a non dover vivere nel ricordo costante di una luce persa, di un’energia staccata senza rimedio al corpo ed alla mente.
Non è demagogia la mia purtroppo: Biella è una citta triste, al limite della depressione e il malessere del suo tessuto, della sua pelle, sta contaminando sempre più anime, sempre più cuori e menti. L’aumento impressionante di furti e rapine parla di una città dove si rischia di non trovare non solo il lavoro, ma, tornando a casa, nemmeno i frutti e i sacrifici di quello svolto. Aumentano le truffe agli anziani ,che grazie a Dio riescono a vivere nelle loro case, da parte di finti tecnici mentre altrettanto in salita sono quelle camuffate da leggi regionali e portate avanti da una classe politica che taglia i posti letto convenzionati nelle strutture per anziani e non i rimborsi per i posti letto convenzionati per se stessa negli alberghi.
Il Centro per l’impiego ha un numero tale di iscritti da essere in difficoltà non ha dare una piccolissima speranza di lavoro, ma una fotocopia con la spiegazione esatta della differenza che sussiste tra una cooperativa di tipo A e una di Tipo B. E così tutto il giorno, tutti i giorni Biella è un suonare di campanelli con gente spaesata che vaga tra agenzie interinali e aziende che drammaticamente sono ridotte alla lotta per la sopravvivenza.
E i giovani? I giovani sognano di fuggire via, di andare all’estero. Nella loro disperazione, nei loro occhi lentamente cominciano ad esserci la stessa espressione di quei giovani pronti a partire su dei barconi pur di non morire senza una speranza di vita.
Credo che quanto ho scritto non possa scandalizzare nessuno. Ahimè questa è la realtà di una città, un tempo lontano luminosa, che nel suo essere oggi s’illumina sempre meno ed ogni giorno spegne più di una speranza con la drammatica aggravante che sembra aver perso la voglia di lottare.
Alberto Scicolone
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