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All’ospedale debutta la vasca per il parto in acqua

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Grazie alla collaborazione tra il Rotary Club di Valle Mosso e l’Associazione Amici dell’Ospedale di Biella, molte donne in dolce attesa che si rivolgono all’Ospedale degli Infermi dell’ASL BI hanno ora la possibilità di provare l’esperienza del parto in acqua.

Grazie alla collaborazione tra il Rotary Club di Valle Mosso e l’Associazione Amici dell’Ospedale di Biella, molte donne in dolce attesa che si rivolgono all’Ospedale degli Infermi dell’ASL BI hanno ora la possibilità di provare l’esperienza del parto in acqua.

Il Rotary ha infatti scelto di donare una vasca, del valore di 17mila euro, inserita nel pacchetto di donazioni che l’Associazione aveva previsto per l’Ostetricia e Ginecologia dell’Azienda Sanitaria Locale e che comprendeva anche quattro letti per il parto ed un ecografo di ultima generazione.

Pier Giacomo Beretta, fino a pochi giorni fa Presidente del Rotary Club di Valle Mosso, spiega: «Siamo particolarmente attenti alle esigenze del territorio e quando l’Associazione Amici dell’Ospedale di Biella ci ha riferito che stava cercando fondi per dotare l’Ostetricia e Ginecologia di nuovi allestimenti e tecnologie abbiamo pensato di fare la nostra parte. Ci è piaciuta molto l’idea di donare la vasca per il parto in acqua e ci siamo attivati in tal senso».

La vasca è stata utilizzata per la prima volta nella notte di venerdì 13 giugno scorso, quando Lucia Boschetto, 27 anni residente a Cossato, ha dato alla luce il piccolo Lorenzo Regazzi, di 3,8 chilogrammi, primogenito anche per papà Roberto, 32 anni: «Per me si è trattato del primo figlio, quindi non ho termini di paragone con un parto tradizionale, ma mi sento di affermare che rivivrei senza alcun dubbio questa bellissima esperienza -racconta Lucia-. Il personale di reparto è stato davvero gentile, mi ha seguito durante l’intero travaglio, tranquillizzandomi e rendendo il tutto molto naturale. Mio marito è potuto restare con me in sala e vivere in diretta il momento della nascita del nostro bambino. Quando l’ostetrica mi ha proposto di utilizzare la vasca ho accettato e oggi posso dire di essere ben contenta di averlo fatto». Dopo di lei altre sette mamme hanno partorito con questa modalità, pertanto ad oggi i parti in acqua al “degli Infermi” sono già otto.

Offrire alle donne la possibilità del travaglio in acqua è un’indicazione contenuta nelle linee guida internazionali. Questa modalità, infatti, rende il parto meno doloroso, riduce i tempi di dilatazione e il ricorso a procedure mediche e farmaci. Inoltre, diminuisce per la donna il rischio di lacerazioni al momento della nascita del bambino, perché l’acqua aiuta la distensione dei tessuti. La presenza dell’acqua garantisce una maggiore ossigenazione al neonato e rende meno traumatico il passaggio dalla vita nel ventre materno a quella esterna. Va anche ricordato che questo tipo di parto non aumenta il rischio di infezioni né di emorragie. Ciononostante, non si tratta di un travaglio adatto a tutti i casi, come spiega Roberto Jura, Direttore del Dipartimento Materno-Infantile e della Struttura Complessa Ostetricia e Ginecologia dell’ASL di Biella: «Per poter partorire in acqua, la gravidanza deve essere a termine, quindi tra la 37ª e la 42ª settimana di gestazione, e a basso rischio. La valutazione sull’opportunità di utilizzo della vasca viene fatta dal personale medico di reparto che la propone solo quando le condizioni di mamma e bambino lo consentono».

L’Ospedale degli Infermi fu tra i primi in Italia ad introdurre, tre anni fa, la possibilità per i papà di assistere al parto anche durante il taglio cesareo in sala operatoria, con criteri ed indicazioni dettati da una specifica procedura operativa in vigore. A maggior ragione, i papà possono assistere al parto in vasca, con la differenza che in questo caso specifico la donna è solitamente più serena, rilassata e trasmette le stesse sensazioni al proprio partner.

Nell’ospedale biellese, la vasca è collocata in una delle cinque sale del blocco parto, tra i più grandi e funzionali d’Italia, concepito per l’accoglienza e la privacy delle partorienti, come spiega Angelo Penna, Direttore Sanitario dell’ASL di Biella: «L’Ostetricia e Ginecologia del nostro ospedale è dotata di ogni comfort per le donne in attesa ed è stata strutturata anche per ridurre al minimo i tempi di percorrenza durante il travaglio. Per esempio, la sala operatoria dedicata esclusivamente alla esecuzione dei tagli cesarei è adiacente alle sale parto per limitare il più possibile i tempi di trasferimento in caso di necessità. Nel blocco parto sono presenti anche due isole neonatali per la rianimazione di neonati in condizioni critiche: una in sala operatoria ed una fissa adiacente alle sale parto. Il livello di sicurezza per le donne e per i loro bambini è garantito anche dalla presenza del pediatra e del neonatologo in tutti i casi in cui risulti necessario il loro intervento».

Ogni sala è dotata di bagno e dispone, proprio grazie alla raccolta fondi istituita dall’Associazione Amici dell’Ospedale di Biella, di letti parto di ultima generazione.

Leo Galligani, socio fondatore dell’associazione e primario emerito dell’ASL di Biella, commenta in conclusione: «Il nostro impegno per l’Ostetricia e Ginecologia si è concretizzato con la donazione di quattro letti parto, confortevoli per le partorienti e facilmente utilizzabili anche dagli operatori, e di un ecografo. I letti sono già in uso, mentre l’ecografo sarà disponibile a breve. L’invito alla popolazione è quello di continuare a sostenerci, per aiutarci a rendere questo nuovo ospedale sempre più confortevole e tecnologicamente all’avanguardia. Per questo motivo, chi fosse interessato a dare il proprio contributo può contattarci al numero telefonico 015.0991116, scrivere all’indirizzo di posta elettronica info@amiciospedalebiella.org o ancora consultare il sito internet www.amiciospedalebiella.org».

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