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Se il cimitero islamico vuol dire integrazione

La nuova versione di “Sale & Pepe”, la rubrica curata da Luigi Apicella

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“Primo treno per Marte” è il titolo di una vecchia canzone anni ‘90 di Grignani che prendiamo a prestito – dopo Battisti – per commentare questo dibattito politico biellese già un po’ in vacanza, ma non troppo, in questo inizio di estate. Sembrano, infatti, arrivare direttamente da Marte certe dichiarazioni di esponenti locali leghisti in merito al tema del cimitero islamico, della sua ubicazione sul territorio, della sua manutenzione e dei costi della stessa che dovrebbero, a quanto si legge sulla carta stampata, essere in carico alla stessa comunità islamica.

A parte il fatto che il tema in discussione di per sé è un tema che parte da lontano, dai tempi della giunta Susta, e che ha visto, nel corso di tutti questi anni, un grande lavoro di confronto e di raccordo tra la politica locale e la comunità islamica, integrata a tutti gli effetti e sotto ogni punto di vista nel nostro territorio. Al riguardo bene ha fatto l’attuale consigliere comunale di maggioranza Saket a rivendicare il suo ruolo attivo e di coordinamento nel corso di tutti questi anni, ruolo che evidentemente i suoi colleghi a palazzo Oropa vogliono adesso, in ottica di consenso elettorale e visibilità, attribuire ad altri.

Evidentemente dalle parti dell’attuale giunta non sembrano essere proprio tutti fratelli d’Italia, visto e considerato che la delibera sul tema di cui stiamo parlando è stata ritirata in fretta e furia in vista di chissà quali nuovi sviluppi e nuovi equilibri interni. Un riconoscimento, oggettivo, lo facciamo allora qui noi pubblicamente all’amico Mohamed anche solo per aver “vuotato il… Saket” su un tema così delicato, rivendicandone il merito e i tentativi messi in atto “dai suoi” per cercare di attribuirlo ad altri per ragioni di partito. Perché vedete l’integrazione, quella vera, non è uno slogan, è il frutto di un lavoro costante sul campo, duro, a volte lontano dai riflettori e i cui risultati si vedono nel tempo.

Ora non è in discussione né l’opportunità né il merito (ci mancherebbe) di trovare un luogo di sepoltura per i cittadini biellesi di religione musulmana (ora a Pavignano), semmai quello che stride sono alcune improprie “precisazioni marziane” venute fuori su chi paga e su chi dovrà mantenere il sito della stessa struttura cimiteriale. Che va da sé vedrà la comunità islamica biellese coinvolta direttamente in prima linea e a prescindere, come già accade per tutti gli altri biellesi di altra fede religiosa. Viviamo tutti sotto lo stesso cielo, tutti piangiamo con dolore i nostri cari quando ci lasciano.

Lo dico nel rispetto di tutti: mai come in questo periodo storico in cui soffiano venti di guerra devastanti, dobbiamo essere una comunità umana, e sottolineo umana, unita e solidale al di là del proprio credo.

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3 Commenti

1 Commento

  1. .Bruno

    26 Giugno 2025 at 16:01

    infatti le religioni non contano conta la umanità la solidarietà dobbiamo finire di farci del male per un credo,io conosco dei cosiddetti cristiani dio patria e famiglia che sono peggio dei musulmani,bestemmiano tradiscono truffano sono mafiosi ma alla domenica sono a messa per fare vedere il vestito nuovo

  2. Ardmando

    26 Giugno 2025 at 16:20

    Iniziamo a chiudere tutte le moschee illegali, che sono fin troppe e poi verifichiamo quelle cosiddette “legali”. La colonizzazione islamica va ostacolata con ogni mezzo e va fermata in ogni modo prima che sia troppo tardi. Per fortuna anche in Europa si sta correndo ai ripari e la de islamizzazione è ormai iniziata. E nessuno potrà fermarla, per il bene dei nostri figli e nipoti.
    In quanto ai morti islamici, assolutamente no a cimiteri dedicati, dato che dovrebbero fare come fanno i cinesi che rimpatriano le loro salme. No categorico all’integrazione e alla colonizzazione islamica. Liberiamo l’Italia e l’Europa.

  3. ettore

    27 Giugno 2025 at 11:25

    gli islamici non si integrano.ci prendono per il culo e ci succhiano i soldi

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