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La Favero chiede di non penalizzare le pensioni dei donatori

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La senatrice biellese è tra i parlamentari che chiedono un intervento sulla Legge Fornero, grazie alla quale le giornate “perse” per donare il sangue non vengono più considerate utili ai fini pensionistici

C’è anche la firma della senatrice biellese Nicoletta Favero tra quelle di più di 50 parlamentari che hanno presentato un’interrogazione al Ministro del Lavoro, Enrico Giovannini, per mettere al riparo le pensioni dei donatori di sangue minacciate dalla Riforma Fornero.

«Nella comunicazione giunta alla nostra segreteria – spiegano i portavoce biellesi dell'associazione -, si cita direttamente la nota ufficiale di preoccupazione espressa dalla presidenza nazionale dell’Avis lo scorso 24 settembre. Nelle considerazioni dell’interrogazione si fa presente come “in Italia, per legge, il lavoratore dipendente che si reca a donare sangue o emocomponenti, abbia diritto ad una giornata di riposo retribuita e con i relativi contributi previdenziali accreditati così come dispone l’articolo 8 della legge 155 del 23 aprile 1981"».

Ed è proprio per questo motivo che sembra ancora più assurda la decisione di penalizzare i donatori.

«Risulta incomprensibile, si legge ancora nel testo – sottolineano – l’interpretazione della legge Fornero, che non riconosce le giornate di donazione come utili al calcolo della pensione; una situazione che quindi obbliga i lavoratori a prolungare il proprio periodo di lavoro recuperando tali giorni al termine del periodo lavorativo. Se non si riuscisse a risolvere questa controversia, verrebbe meno il riconoscimento della funzione civica e solidaristica di istituti storici del welfare nazionale, tra i quali anche la donazione volontaria, anonima, periodica, responsabile e gratuita del sangue e emocomponenti promossa dalle Federazioni dei Donatori e ovviamente dall’Avis».

Secondo gli ultimi dati superano il milione e 700 mila le donazioni annue effettuate dagli italiani, che garantiscono il funzionamento della sanità pubblica alleviando le sofferenze di molte persone bisognose, per varie ragioni, di una trasfusione.

«Ci fa piacere ricordare – concludono dall'Avis – che Nicoletta Favero, ormai da cinque anni, è entrata a far parte della grande famiglia avisina biellese e il suo interessamento a questo argomento non può che essere un motivo di speranza e di fiducia per i donatori della nostra provincia».

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