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La biellese Federica Valcauda tesoriera dell’associazione Europa Radicale

Nei giorni scorsi la presentazione a Milano

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Presentata a Milano, nel corso di una conferenza stampa, l’associazione Europa Radicale: la biellese Federica Valcauda scelta come tesoriera.

Federica Valcauda tesoriera della nuova associazione Europa Radicale

Nelle intenzioni dei promotori, l’associazione è un centro di elaborazione, riflessione e azione politica senza ambizioni partitiche o elettorali, fondato da persone che credono che l’eredità più grande della storia radicale è un metodo, un approccio alla politica.

“Le nostre priorità hanno una dimensione transnazionale, poco rappresentata in politica. Nel mondo si concretizza una alleanza di fatto tra dittature seppure diverse tra loro: Russia, Iran, Corea del Nord. Ma pensiamo anche a quello che accade in Venezuela. Quando promuoviamo iniziative in sostegno all’Ucraina o alla Georgia, sono essenzialmente in sostegno alla democrazia, per tirare un filo verso l’intuizione pannelliana dell’organizzazione mondiale delle democrazie”, hanno detto Igor Boni e Federica Valcauda, coordinatore e tesoriera di Europa Radicale.

Sguardo rivolto anche verso le carceri e la situazione internazionale

Negli scorsi mesi, Europa Radicale ha promosso molte iniziative. La vicenda dei brogli elettorali in Georgia, con una delegazione a Tbilisi dove alcuni esponenti hanno incontrato i leader dell’opposizione e manifestato con la presidente uscente.

E poi le carceri italiane. Non solo per denunciare quello che succede. “L’assenza di informazioni presso la popolazione – si legge nel comunicato – consente infatti ai politici di utilizzare le carceri per ottenere consenso”.

“Abbiamo chiesto alla Rai, servizio pubblico, una prima serata sulle carceri. Oltre a ricevere i complimenti da Mattarella abbiamo ottenuto risultati: qualche spazio di informazione la Rai lo ha aperto, ma noi non demordiamo e la settimana prossima incontreremo i vertici Rai”, hanno aggiunto Boni e Valcauda.
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Poi il dossier Altra Velocità, con il quale “è stato documentato il disastro dei treni e di un ministro che interviene su tutto tranne sui temi di cui dovrebbe occuparsi”.

Infine l’iniziativa per l’offensiva di pace, lanciata in questi giorni a Milano, che riguarda la guerra tra Israele e Hamas. “Il dibattito italiano è tra curve da stadio. In questa proposta, vogliamo provare a dire: per fortuna c’è la tregua, ma un’altra cosa è conquistare la pace. Il problema di fondo è che esistono frange maggioritaria nel mondo arabo, il cui obiettivo è distruggere Israele, e lo abbiamo visto il 7 ottobre. Bisogna partire dal reciproco riconoscimento, che per Israele è più facile perché è una democrazia”, hanno spiegato Boni e Valcauda.

“Intendiamo chiedere il sostegno per muovere l’opinione pubblica nell’occidente democratico” ha aggiunto Lorenzo Strik Lievers, ex parlamentare radicale. “La tregua va benissimo, ma è solo una pausa – ha concluso a proposito della situazione mediorientale – Alle opinioni pubbliche diciamo invece di chiedere l’avvio di un percorso di pace, partendo dal reciproco riconoscimento. Il nostro appello è perché le opinioni pubbliche democratiche chiedano questo”.

Sono intervenuti, tra gli altri, Dino Guido Rinoldi professore ordinario di Diritto dell’Unione Europea, Maria Mikaelian Comunità dei Russi Liberi, Nana Naveriani rappresentante della Comunità Georgiana, Rayhane Tabrizi rappresentante di una delle comunità Iraniane e Zoia Stankovska (Comunità ucraina). Inoltre presente il Consigliere Comunale Daniele Nahum, da sempre accanto alle istanze radicali.

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1 Commento

1 Commento

  1. Ardmando

    19 Gennaio 2025 at 20:39

    Fino a che Hamas e qualsiasi altro gruppo terrorista islamico continueranno ad esistere, Israele non si fermerà. C’è un tregua appesa ad un filo che FORSE porterà alla liberazione di tutti i civili israeliani sequestrati, ma Israele non ha alcuna intenzione di fermarsi fino a che non avrà completato l’opera bonifica. La palestina non è una vera nazione e probabilmente cesserà di esistere anche nella forma nebulosa e vaga in cui si trova oggi. Le fasulle proteste “pro-pal” italiane sono strumentalizzate da una sinistra che cerca lo scontro, che usa metodi terroristici e sobilla manifestanti ai quali non frega nulla di una ipotetica palestina. Non potendo reggere il confronto politico cercano lo scontro fisico, come facevano i terroristi rossi negli Anni 70 del secolo scorso. Ma perderanno perchè non valgono nulla nemmeno in quel senso.

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