Politica
I ciechi non valgono una cena
Prendetevi cinque minuti. Bastano davvero solo cinque minuti per leggere sul giornale in edicola oggi l’intervista ad Adriano Gilberti, presidente dell’Unione ciechi, uno dei premiati dell’Orso d’Oro. Soffermatevi soprattutto sui passaggi che riguardano Biella, città da terzo mondo per quanto riguarda i non vedenti.
Leggetele bene le parole di Gilberti. E mentre le leggete pensate ai gabinetti d’oro, alle biciclette d’oro, al giro d’Italia e a tutte le altre amenità con cui i nostri politici, di destra e di sinistra, si trastullano.
I ciechi chiedono un semaforo sonoro, dei dispositivi vocali sui mezzi pubblici, qualche barriera architettonica in meno. Sono cose che sollecitano da tempo, ma nessuno li ha mai accontentati. Forse perché sono pochi e la loro “lobby” non conta nulla.
Una volta Gilberti ha organizzato una cena al buio. Un modo originale per sensibilizzare sui problemi di chi nel buio vive perennemente. Fra gli invitati c’erano anche una ventina di politici. Ha risposto uno solo, dicendo che era già impegnato. Tutti gli altri non si sono neppure degnati di rispondere. I nostri amministratori vanno ovunque, anche nella lontana Antonimina, pur di conquistare voti. Se però i voti sono pochi, anche una semplice cena diventa un peso.
“Sogno una città diversa”, dice Gilberti nell’intervista. La sogniamo anche noi.
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