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Politica

Dino Gentile e la battaglia di Alamo

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Non deve essere facile accettare quello che sta accadendo, con tante persone (che riteneva amiche) pronte a voltargli le spalle. Raccoglie quello che ha seminato, dirà qualcuno. Vero. Resta il fatto che sembra di rivivere la battaglia di Alamo, con il povero Gentile asseragliato a Palazzo Oropa e i messicani che lo attaccano da tutte le parti.

Sono cinque anni che critichiamo Gentile, in modo a volte più aspro di quanto abbia fatto la stessa opposizione. Questo ci autorizza ad esprimere, senza destare sospetti, tutta la nostra simpatia umana per il sindaco uscente. Non deve essere facile accettare quello che sta accadendo, con tante persone (che riteneva amiche) pronte a voltargli le spalle.

Raccoglie quello che ha seminato, dirà qualcuno. Vero. Resta il fatto che sembra di rivivere la battaglia di Alamo, con il povero Gentile asseragliato a Palazzo Oropa e i messicani che lo attaccano da tutte le parti.

Fa l’accordo con Ramella Gal e Susta gli spara contro, spaccando il mondo cattolico. Poi arriva Apicella, che dichiara la sua simpatia per Cavicchioli.  Quindi tocca a Canuto, fan dell’ultima ora del candidato Pd. Finisce di parlare Canuto e inizia Sangalli, che – pur dissociandosi da Canuto – vomita su Gentile una bella dose di veleno. Nel frattempo, l’opposizione uscente lo mette sulla graticola per la mostra della Venere, con Andrea Delmastro che sembra compiaciuto.

In un momento così, è giusto rendere l’onore delle armi a Dino Gentile. Con il Pd al 40%, è riuscito ad arrivare al ballottaggio, separato dal rivale da soli cento voti. Si tratta di un risultato straordinario, del quale bisogna dargli merito. Nessun’altro, ne siamo convinti, ci sarebbe riuscito.

E’ possibile  che da lunedì Gentile non sia più il sindaco di Biella. Esce però a testa alta, dimostrando molta più dignità di quanti – e sono molti –  si stanno affrettando a salire sul carro del probabile vincitore.

Chi scrive, pur votando – com’è ovvio – per Marco Cavicchioli, da lunedì – se prevarrà il candidato Pd – scenderà dal carro dei vincitori, sul quale ha viaggiato (quando erano perdenti), più o meno in sintonia, per un lustro, per salire sul carro della nuova opposizione, nel totale rispetto di quel principio – sempre più calpestato – che la stampa dovrebbe essere il cane da guardia del potere e non il suo lacchè.

Massimo De Nuzzo

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