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BiellaPensieri e parole

Un nuovo anno scolastico tra divieti, riforme e incertezze

Ecco “Pensieri e Parole”, la rubrica curata da Vittorio Barazzotto

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L’anno scolastico è iniziato con alcune novità e molte questioni ancora irrisolte.

Quella di maggior impatto per gli studenti riguarda l’applicazione della legge che vieta l’uso dei telefoni in tutte le scuole. Una misura che, come al solito, si presta a interpretazioni differenti: in alcune scuole si applica con rigore, in altre in modo più blando.

Oltre al clamore del divieto, si fa sempre più evidente il nodo strutturale con cui nel Biellese dobbiamo fare i conti: il calo demografico.

Gli studenti oggi sono 17.512, nel 2035 la popolazione scolastica della provincia di Biella potrebbe essere compresa tra 14.309 e 16.700 alunni; una stima plausibile di riferimento è 15.800 se il calo si mantiene attorno all’1% anziché nel caso peggiore del 2% annuo. Una contrazione che oscilla in sostanza tra il 20% e il 30%.

Un dato che impone, oggi, una riflessione sul futuro del sistema scolastico locale e sulla razionalizzazione degli edifici, sui lavori di ristrutturazione e sugli accorpamenti che diventeranno inevitabili.

Un segnale positivo (in attesa della posa del primo mattone) arriva dal nuovo istituto tecnico-professionale hi-tech Gae Aulenti, frutto di una legge del Governo Renzi. La struttura, finanziata e premiata a livello nazionale, rappresenta una bella, sperando che non rimanga isolata, risposta concreta ad un bisogno di scuola moderna, sicura e funzionale.

Sul fronte del personale, invece, la situazione resta tesa. Anche quest’anno non mancano le polemiche tra i docenti, in particolare quelli di sostegno, molti dei quali si sono visti superare in graduatoria da colleghi certificati attraverso TFA e da altri che hanno conseguito abilitazioni con percorsi esteri a pagamento. La questione alimenta malumori e fratture in un ambiente già segnato dalla cronica carenza di insegnanti, che rende difficile garantire continuità didattica e qualità educativa.

A tutto ciò si aggiunge la riforma dei tecnici professionali, la cosiddetta formula “4+2”, che tarda a entrare realmente in vigore, lasciando non solo studenti e famiglie nell’incertezza, ma tarda a rispondere alle richieste di un mercato che necessita di nuove e adeguate professionalità.

In questo contesto, le nostre scuole devono avviare le attività, in un mix di speranze e difficoltà, sperando che la spinta innovativa di alcuni progetti locali ci dia nuovi impulsi, necessari per superare i problemi cronici di una mancata pianificazione di un futuro che sta bussando alle nostre porte.

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