La Vuelta buona

Il Biellese è tornato in vetrina. In questi ultimi anni le occasioni non sono mancate: dalle tappe del giro d’Italia alla grande adunata degli Alpini, e la settimana scorsa anche la Vuelta, la competizione ciclistica spagnola. Chissà se questa ennesima opportunità darà la svolta al Biellese. La risposta, spietata, ma reale, è: no! Finché non supereremo i nostri problemi, il nostro territorio rimarrà poco esplorato e attrattivo.

Biella continua ad essere isolata: strade vecchie e lente, ferrovie imbarazzanti per una provincia e un trasporto interno inesistente; basti pensare che non si è riusciti a creare un collegamento pedonale tra il centro e gli Orsi, completando il progetto iniziale. Il turismo potrebbe essere una risorsa, ma in un contesto diverso, in cui ogni elemento si integra con gli altri: dalla cultura allo shopping, dalle escursioni ai musei con una visione integrata in tutto il perimetro della provincia. Invece, il flusso è opposto e le previsioni sono di un grande ulteriore calo di giovani nel giro di pochi anni. Su questo punto fondamentale e improcrastinabile si misurerà la capacità dell’attuale classe dirigente, in ruoli mai così strategici a livello istituzionale, oppure continueranno a farci credere alla provinciale illusione che basti una panoramica aerea sulle nostre bellissime valli per sperare in un rilancio.

Volare alto per sapere dove atterrare, ovvero dare validi motivi per rimanere e trovare nuove strade, perché anche questa non sarà la “vuelta” buona.

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