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Torniamo alla funicolare. Ma chi paga? E quando?

Ecco “Pausa Caffè”, la rubrica settimanale di Giorgio Pezzana

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Lo so, ne hanno già parlato in molti delle tristi vicende dell’ascensore inclinato, alias funicolare, che conduce (o meglio, conduceva) da Biella piano al Piazzo e che ora è stato chiuso, si dice e si spera temporaneamente, per porre fine allo stillicidio di denaro pubblico necessario per procedere alle sue riparazioni ed agli interventi continui dei vigili del fuoco, interpellati per liberare le persone rimaste intrappolate nelle cabine a causa dei continui guasti. Intanto, va detto che la decisione di chiudere l’impianto, adottata dal sindaco Marzio Olivero e condivisa anche da larga parte dell’opposizione, era la più auspicabile. Come a questo punto mi sembra la più auspicabile anche la decisione di rifare completamente l’impianto, possibilmente tornando alla vecchia funicolare che aveva funzionato per decenni senza problemi. C’è solo un dettaglio: chi paga? E, ancor prima, chi rimborserà la Città di Biella per l’enorme danno arrecato realizzando quell’ascensore inclinato che si era fermato già nel giorno dell’inaugurazione?

Prima di buttare in un magazzino le vecchie cabine della funicolare, l’amministrazione di turno si sarà pur preoccupata di far realizzare un progetto avvalendosi di tecnici specializzati (e certamente ben pagati). Tecnici che evidentemente non hanno saputo prevedere i problemi che si sarebbero verificati, come non li ha altrettanto evidentemente previsti neppure la ditta che ha provveduto alla realizzazione dell’impianto. Dunque vi è stato un errore (ma temo più di uno) nelle due fasi, progettuale e realizzativa, errori per i quali l’amministrazione pubblica a chi chiederà o (come spero) sta chiedendo conto? Perché le risorse per la realizzazione di un nuovo impianto c’è da sperare che non vengano nuovamente accollate sulle spalle della comunità che si ritroverebbe a pagare due volte lo stesso servizio. Come, allo stesso modo, è auspicabile che l’interruzione temporanea sia davvero temporanea (di chiusure “temporanee” ne ha a sufficienza il nostro capoluogo, dal teatro Sociale “Villani” al Museo del Territorio e, via via, sino alla funivia di Oropa). Il Piazzo merita un servizio di trasporto pubblico più decente e sicuro. Non di un servizio gratuito, che è una follia post sessantottina, ma di un servizio affidabile e controllato. E se mai dovessimo tornare alla cara, vecchia funicolare, si buttino al macero quei due cassoni dell’immondizia dell’ascensore inclinato e si torni a quelle cabine più arrotondate e colorate che erano uno degli elementi distintivi di Biella. A volte anche il buon gusto può fare la differenza.

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2 Commenti

1 Commento

  1. Ci.Di.

    27 Agosto 2025 at 15:40

    infatti il primo dubbio è perché la Sovraintendenza abbia autorizzato uno scempio simile…

  2. Marco

    29 Agosto 2025 at 8:05

    L’allora giunta di sinistra ebbe il suo tornaconto, questo è certo. Nessuno sano di mente avrebbe approvato un progetto così scadente affidandolo alla PEGGIORE azienda presente sul mercato. La stessa azienda che ha realizzato l’impianto degli ascensori del contro commerciale Bennet a Vigliano e guarda caso almeno uno dei due ascensori è sempre fermo perchè fuori uso. Anche ieri, nuovamente, l’impianto era fermo.
    L’impianto originale era mosso da casse ad acqua, una soluzione ecologica e sicuramente scenografica e che ha funzionato bene. Ma senza bisogno di tornare a tecnologie di 200 anni fa, l’impianto a fune da cui il nome è il sistema di trazione universalmente utilizzato in tutto il Mondo anche per impianti di maggiori dimensioni.

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