BiellaPausa Caffè
Stupore! Ora servono operai e muratori
Ecco “Pausa Caffè”, la rubrica settimanale di Giorgio Pezzana

Il messaggio da Confartigianato giunge forte e chiaro: servono operai, muratori e idraulici. Del resto, ognuno di noi sa bene quali siano i tempi di attesa allorquando ci si ponga alla ricerca di un idraulico, un muratore o anche un falegname o un elettricista.
Eppure, si continua a fantasticare di un mondo ipertecnologico dove tutti devono essere laureati, preferibilmente in settori informatici o delle biotecnologie, inducendo al ripudio delle materie umanistiche, ritenute inutili ai fini occupazionali. Ci si riempie la bocca con terminologie inglesi per dare un nome ad attività indefinite, tanto che in questi giorni sui social gira una barzelletta secondo la quale a Milano, se non esistesse la lingua inglese, più nessuno saprebbe che lavoro sta facendo. Un paradosso, certo, ma con un fondo di verità.
Italiano, latino, storia, filosofia, religione, cioè quelle materie che contribuiscono alla formazione dell’individuo e alla conoscenza di sé e delle proprie radici, qualcuno vorrebbe che fossero messe al bando perché c’è chi il mondo di domani lo vede privo di appartenenze, un mondo di apolidi ubbidienti e programmati, perfetti consumatori in un sistema che ha quale fine ultimo solo il profitto, ovviamente per pochi eletti. Fa parte di quel pensiero unico dominante che ha contribuito fortemente a realizzare quel castello di idiozie che poggia le basi su di un “politicamente corretto” sempre più fuori controllo e sulla perdita progressiva di quei valori che per generazioni avevano retto le sorti del mondo e di ogni singolo individuo.
Poi, ci si sveglia un mattino e si scopre che abbiamo bisogno di operai, idraulici e muratori e non di ominidi programmati, perché se un rubinetto perde occorre chi sappia rivedere gli impianti, se c’è un muro da costruire serve chi sappia mettere un mattone sopra l’altro, se c’è un’azienda da far funzionare occorre chi sappia affiancare le macchine. E ci si accorge tristemente che in questo Paese non esiste più la manodopera, non esiste più l’apprendistato (quello dei “bòcia”, non quello degli stagisti), si va perdendo il concetto stesso di artigianato, cioè di lavori realizzati dalle mani dell’uomo.
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