Pausa Caffè
Manto di speranza in una domenica di fine estate
La rubrica “Pausa Caffè” curata da Giorgio Pezzana
BIELLA – Domenica in tanti, tantissimi si sono stretti intorno alla Madonna Nera di Oropa, avvolta in quel manto stupendo, fatto con frammenti di stoffa a rappresentare le intenzioni e le preghiere di oltre 15mila persone. Quel manto, chiamato “Manto della Misericordia”, cucito dalle mani operose delle suore del convento “Mater Ecclesiae” di Orta, con l’aiuto di tante volontarie. Su quel manto, divenuto poi lunghissimo strascico, mi sono soffermato, tanti erano quei frammenti di vita che sono andati a comporlo, espressioni di altrettante testimonianze di fede semplice, spontanea, sincera. Non ho fatto caso alle bellissime corone in filigrana d’oro poggiate sul capo della Madonna e del Bambino, indiscusse opere d’arte, ma che la Madre di Gesù, se avesse potuto, avrebbe probabilmente donato ai poveri.
Ma quel manto, simbolo di protezione e di un grande abbraccio, mi ha ricordato mia madre ragazzina, che saliva in processione, a piedi, al Santuario di Oropa, con le giovani della parrocchia di Gaglianico.
Le ragazze poi pernottavano lassù, dormendo a terra, su sdruciti materassi, all’aperto, nel chiostro del Santuario e l’indomani, dopo una frugale colazione, partecipavano alla celebrazione della Santa Messa per poi tornare a casa, a piedi, felici.
La Madonna Nera è un po’ la madre di tutti i biellesi. Nelle nostre famiglie, da generazioni, nei momenti più tristi ed in quelli più lieti, lo sguardo immancabilmente volge nella direzione della Vergine di Oropa.
Volge lassù anche quello di chi ad Oropa ci sale solo per gustare un buon piatto di polenta, ma dentro di sé avverte un’appartenenza ed un richiamo. Quel manto colorato, che protegge la Madonna con il calore della devozione, diviene a sua volta un rifugio per tutti noi e consente di andare oltre al fatto che Covid e rischi terroristici (almeno secondo il sindaco di Biella), hanno reso l’Incoronazione centenaria un evento a numero chiuso, un evento esclusivo, come mai dovrebbero esserlo gli eventi legati alla fede. Quel manto ha avvolto tutti, in una domenica di fine estate in cui già si parlava d’inverno. E tutti sappiamo che sarà un inverno freddo.
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