Pausa Caffè
L’obbedienza e il fatalismo degli alpini
Pausa Caffè: Ero certo che ce l’avrebbero fatta perché il Biellese è terra di “penne nere” generose
BIELLA – Obbedienza e spirito di Corpo. Solo così si spiega il fatalismo con il quale gli alpini biellesi hanno appreso che non sarà Biella, ma Vicenza, ad accogliere la grande adunata nazionale del 2024. Ci avevano creduto e ci avevano lavorato, in sinergia con le istituzioni, pensando che questa sarebbe stata la volta buona.
L’approdo di un lungo cammino iniziato svariati anni or sono con l’allora presidente sezionale Franco Becchia e che solo sino a poche settimane or sono pareva cosa fatta. Io che alpino non sono posso però permettermi il lusso di immaginare che il fatto che l’attuale presidente nazionale delle penne nere sia veneto non sia del tutto estraneo alla scelta di Vicenza. Poi però mi sovviene che dal 2004 al 2013 la carica di presidente nazionale dell’Ana la ricoprì il biellese Corrado Perona e Biella non ne trasse beneficio alcuno, se non l’orgoglio di avere un biellese a capo di tutti gli alpini d’Italia.
Ci sarà modo di riprovarci, non sarà certo quella di Vicenza l’ultima adunata. Del resto, il Biellese ha impiegato poco meno di 70 anni per avere, dopo Giuseppe Pella, un altro ministro della Repubblica. E ne ha impiegati 60 per avere un nuovo ospedale da quando si iniziò ad ipotizzare il primo progetto. E ne sono trascorsi più di 30 da quando si cominciò a parlare di Pedemontana, per scoprire, proprio in questi giorni, per l’ennesima volta, che forse si farà nel 2027.
Così come vent’anni se ne sono andati per rincorrere l’elettrificazione della linea ferroviaria che ha portato le linee elettriche, ma non i treni. Sappiamo attendere, anche se il sospetto di godere di pochissima considerazione appena varcate le porte di Santhià e di Carisio credo sia quanto meno legittimo.
Però, gli alpini ero certo che ce l’avrebbero fatta perché il Biellese è terra di alpini, perché gli alpini di casa nostra hanno mostrato più volte la loro abnegazione e la loro generosità. Semplicemente perché Biella città alpina avrebbe meritato questa adunata. Un amico romano tempo fa mi disse: “Se vi lamentate voi di Biella pensa che dovrebbero dire quelli di Scampia”.
Il problema è che temo ci sarà sempre una Scampia circondata da più attenzioni, più pretesti, più favori. Questa volta si chiama Vicenza.
Giorgia Pezzana
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