BiellaPausa Caffè
Il “miracolo” degli alpini ha resuscitato Biella
Ecco “Pausa Caffè”, la rubrica settimanale di Giorgio Pezzana

Dunque non era impossibile portare a Biella l’Adunata Nazionale degli Alpini. La caparbietà delle “penne nere”, lo sappiamo, può rendere possibile ciò che pare impossibile. E non è la prima volta che ciò accade. E’ stato un evento colossale, un qualcosa che Biella e il Biellese non avevano mai vissuto.
Una festa veramente di tutti e per tutti in una città che ha improvvisamente scoperto di avere ancora la forza ed il desiderio di riempire le strade e le piazze per condividere con alpini giunti da ogni dove la gioia di incontrarsi. E quando questo spirito c’è, passano in secondo piano la mancanza di un’autostrada, il problematico raddoppio di qualche centinaio di metri della strada Trossi o le dimensioni di una città che ha saputo accogliere un numero di persone dieci volte superiore a quello dei suoi abitanti. E’ stato finalmente un tripudio di bandiere tricolori e solo di quelle, senza la fastidiosa intrusione di quei vessilli europei che spesso stanno come un imbucato ad una festa di famiglia.
Questa trionfale Adunata lascerà un lungo strascico di legittimo compiacimento, ma anche tanti elementi di riflessione, perché è certamente incoraggiante leggere che il presidente dell’Unione Industriale Biellese ha affermato che questa è stata “La dimostrazione che Biella sa accogliere grandi eventi”, ma si dovrebbe anche chiedergli per quale ragione questo distretto ha “esportato” per anni Ideabiella che avrebbe dovuto essere un momento emblematico per tutto il territorio, quando ancora il comparto tessile aveva potenzialità diverse.
Gli alpini non hanno portato a Biella solo una grandiosa Adunata, ma anche una consapevolezza nuova. E ciò nonostante che, come nel 2022 a Rimini con le fandonie delle molestie sessuali, qualcuno abbia tentato di “sporcare” l’evento contestando la presenza degli alpini nelle scuole biellesi nei giorni che hanno preceduto l’Adunata e altri abbiano cercato di creare un caso nazionale (voluto?) a causa di quattro ubriachi che hanno intonato “Faccetta nera”. I giochetti politici non appartengono alle “penne nere”, come ha saggiamente ricordato il presidente nazionale dell’Ana.
Ciò che resta è invece quell’acclamazione, “Biella! Biella!”, scandita dalla folla al passaggio degli alpini della Sezione Ana che riunisce tutti i Gruppi biellesi, a coronamento di una sfilata lunga undici ore e dopo un week end che è già entrato nella storia di questa comunità.
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