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Gli sciacalli del week-end di Pasqua

Ecco “Pausa Caffè”, la rubrica settimanale di Giorgio Pezzana

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Dati Istat di questi giorni ci dicono che il 23 per cento delle famiglie italiane non sempre ce la fa a mettere insieme il pranzo con la cena; vi è poi un 40 per cento di famiglie che arriva con relativa tranquillità a fine mese, ma non riesce a risparmiare un euro. E siamo dunque al 63 per cento dei nuclei familiari. Rimane un 37 per cento ove evidentemente troviamo quegli 11 milioni di italiani che in occasione della pausa pasquale (ed alcuni casi anche dell’agile “ponte” del 25 aprile), hanno raccolto le loro cose ed hanno deciso di concedersi una vacanza.

Hanno però incontrato immediate difficoltà perché i viaggi in treno e in aereo, in vista del week end pasquale con previsione del relativo esodo, sono rincarati dal 50 sino al 98 per cento. Tariffe da sciacalli e profittatori? Sicuramente si, ma non ci si deve sorprendere perché queste sono le delizie del libero mercato.

Un libero mercato assolutamente incurante del fatto che, seguendo questa politica motivata solo da una squallida speculazione, hanno messo in grave difficoltà non gli straricchi ed i benestanti che si annidano in quel 37 per cento di cui ho detto poco sopra, ma anche studenti e famiglie che risiedono al Nord per ragioni di studio e/o di lavoro, ma che hanno i loro cari nei paesi d’origine, al Sud; quei familiari che nelle festività pasquali vorrebbero avere il piacere di poter riabbracciare. Treni e aerei proibitivi? Allora non rimane che l’unica scelta: il viaggio in auto, andando ad affollare strade ed autostrade già normalmente intasate, impiegando tempi biblici e moltiplicando le possibilità di incidenti gravi.

Ed allora la domanda sorge spontanea: è vero che lo Stato non è più in grado, da tempo, di gestire direttamente ferrovie e voli e che ha venduto (ma spesso svenduto) tutto quanto a società private; è altrettanto vero che per le società private il cosiddetto “spirito di servizio” appartiene ormai ad un linguaggio atavico e perduto, ma uno Stato davvero autorevole non potrebbe fissare delle tariffe massime entro le quali treni ed aerei dovrebbero rimanere nell’arco dell’intero anno?

I fautori delle privatizzazioni ad ogni costo sono soliti ribadire che fatte le tariffe nessuno è obbligato ad accettarle, basta rinunciare. Si può rinunciare ad un abito d’alta moda, ad un gioiello e financo ad una cena da Cracco, ma è giusto impedire a studenti e lavoratori di ritrovare, un paio di volte all’anno, le loro famiglie? E’ giusto consentire in silenzio ad alcune realtà di realizzare extraprofitti in modo a dir poco discutibile? Le banche l’hanno già fatta franca. Ci riusciranno anche treni e compagnie aeree?

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1 Commento

1 Commento

  1. Luigi

    24 Aprile 2025 at 18:12

    Parole sacrosante, le associazioni a delinquere, in questi casi sono autorizzate, altrimenti non avrebbero comperato le Statali, GRATIS

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