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Pausa Caffè

Ecomusei, risposta all’ignoranza

Pausa Caffè di Giorgio Pezzana

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BIELLA – Pochi giorni or sono, leggendo della paghetta oraria stabilita per le guide degli ecomusei del Biellese (poco meno di 10 euro lordi all’ora), mi sono imbattuto in un commento che diceva: “Si, ma intanto, che c’è da vedere?”.

In quella frase ci sta tutta la pochezza e l’ignoranza (dal verbo ignorare, cioè non sapere) di chi, solo parzialmente per colpa sua, parla senza cognizione di causa. Ed allora, forse non è mai troppo ripetitivo ricordare che gli ecomusei (ovviamente non solo quelli biellesi) sono i custodi della cultura, della storia, delle tradizioni di una comunità, cioè del nostro passato, delle nostre radici, del mondo dal quale veniamo.

Indro Montanelli era solito ripetere che senza consapevolezza del passato non esiste futuro. Ma qui pare che se lo stiano dimenticando in molti, con la testa immersa nei deliri delle nuove tecnologie, gli occhi sempre sui cellulari, le orecchie invase da quelle microcuffiette che isolano dal mondo.

Vite parallele sempre più lontane dalla realtà. Gli ecomusei ci parlano di storie antiche, ma non troppo. Di tempi in cui c’era chi forgiava il ferro con l’incudine ed il martello, c’era chi cercava l’oro sulle sponde del torrente Elvo, chi produceva farine azionando mulini resi vivi dalle pietre e dall’acqua, chi erigeva austeri monasteri ove si respirano ancora oggi memorie antiche.

Le storie di tanti mestieri, di tante esistenze vissute tra fatica e sacrifici. Per i meno giovani sono spesso le storie dei nonni, cioè soltanto di qualche decennio fa. Storie che comunque ci appartengono e che gli ecomusei testimoniano con arnesi, oggetti, antiche mura, talvolta anche immagini di una quotidianità così diversa, ma non così remota.

Ciascuno di noi dovrebbe far tesoro di quei luoghi con una consapevolezza su tutte: il ruolo irrinunciabile dell’essere umano con le sue molteplici capacità. E poi, la conoscenza dei mondi dai quali veniamo e di quella manualità che già rimpiangiamo ogni volta che ci ritroviamo a dire che non si trova un falegname, non si trova un lattoniere, non si trova un muratore e nessuna diavoleria digitale li può sostituire. Negli ecomusei non solo c’è moltissimo da vedere, ma c’è altrettanto da imparare. E, chissà, potrebbe ancora servire.

 

Giorgio Pezzana

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