Biella
Così i riflettori si spengono su Biella
Ecco “Pausa Caffè”, la rubrica settimanale di Giorgio Pezzana
E così, ci siamo giocati anche il Rally della Lana. Non sono mai stato un appassionato di rally e di automobilismo in generale, ma quella manifestazione, sicuramente, accendeva tanti riflettori sul nostro territorio.
Negli ultimi anni, molti altri riflettori si sono spenti su Biella: cito a caso il Premio Biella Poesia, che riusciva a portare nella nostra provincia i più autorevoli poeti ed editori italiani; il Premio Biella per l’incisione, chiuso nel 2006 e che ha lasciato sul territorio opere per un valore che supera i 160mila euro; il Biella Festival Autori e Cantautori, di cui sono stato per 22 edizioni direttore artistico e che ha portato a Biella artisti emergenti italiani ed internazionali oppure, per rimanere in ambiti più strettamente locali, “Il processo del Babi” che rappresentava l’espressione massima del carnevale di Biella e che ogni anno faceva sold out al teatro Sociale “Villani”.
Il presidente del Rally della Lana Alive, Corrado Pinzano, dice che è venuto a mancare il sostegno del territorio e genericamente ha fatto riferimento a una criticità di sistema. La verità è che questo territorio non ha mai creduto davvero in nulla, tutto ha funzionato finché ha potuto, tra la passione di pochi e l’indifferenza di molti e a un certo punto ci si è sempre trovati a fare i conti con la volubilità di chi detiene le fila delle risorse economiche e della politica.
A un certo punto, qualche anno fa, c’è stato chi ha proclamato che Biella avrebbe dovuto diventare la capitale dell’arte contemporanea. Quindi basta incisioni, poesie, canzoni e ora anche rally. L’arte contemporanea è quella cosa che capiscono in pochi e che talvolta ti induce ad assecondare un cretino per non passare da stupido. Piaceva questa cosa molto elitaria e snob, con gente, poca ma spacciata per buona, che viene annuendo da Milano e dintorni, che non ne capisce nulla, ma che è straordinaria nel fingere di avere capito tutto. Rimarcando, se ne fosse ancora il caso, il provincialismo di tanti biellesi che in quella dimensione si ritrovano alla stregua del cane che riporta la palla al padrone.
Ma, come ha sempre ripetuto un mio amico pittore, un tubo della stufa non diventa un’opera d’arte solo perché va alla Biennale di Venezia. E sull’arte contemporanea, mi piace ricordare l’interpretazione di Vittorio G. Rossi, grande scrittore ligure, che commentò: “Sentire fischiare un merlo e dire che è il treno”.
Tanti riflettori spenti e quindi altrettante opportunità, che si sono perse perché questo è un territorio che non sa innamorarsi di nulla, chiuso com’è nei suoi vetusti circoli chic, avvezzo al favoritismo politico e clientelare, ove i riflettori è meglio che rimangano spenti.
Continua a leggere le notizie de La Provincia di Biella e segui la nostra pagina Facebook
Ardmando
21 Novembre 2024 at 17:18
Finalmente, ora speriamo che eliminino anche la pagliacciata del Rally Storico.