Pausa Caffè
Compiti delle vacanze con… premio
La rubrica “Pausa Caffè” di Giorgio Pezzana in edicola sul giornale di mercoledì scorso
Con la chiusura delle scuole e l’avvio della stagione estiva, da un paio di settimane è iniziata quella fase dell’anno in cui scolari e studenti si fermano dopo circa nove mesi di studio. E’ insomma tempo di vacanze che in passato coincideva con l’acquisto di un apposito testo ove erano contenuti i cosiddetti “compiti delle vacanze”, cioè una serie di letture, esercizi di matematica e di grammatica, ripassi, ai quali gli scolari diligenti si dedicavano (e quelli meno diligenti venivano indotti a dedicarsi, in modo non sempre suadente, dai loro genitori).
Un’oretta al giorno, come ripeteva mia madre, tanto per non tornare a scuola e scoprire di avere dimenticato tutto. Ricordo ancora quei libretti, con copertine e illustrazioni molto evocative della bella stagione: torrentelli lungo campi fioriti, covoni di fieno, cieli azzurrissimi punteggiati di rondini, bambini sull’altalena e, appunto, i compiti. Che ne è stato di quel leggero impegno estivo al quale ci dedicavamo quasi sempre nel primissimo pomeriggio, con il dolce ricatto che solo assolvendo a quel piccolo dovere avremmo potuto avere accesso alla merenda ed ai giochi?
Leggo per caso un decalogo “Regola compiti” che un dirigente scolastico aveva inviato nel 2020 all’allora ministro ed al sottosegretario all’Istruzione e che ha trovato negli anni successivi una concreta attuazione, se non completamente in larga parte. I dieci punti considerati riguardano anche i compiti a casa nel corso dell’anno scolastico, i compiti nei periodi di malattia, le giustificazioni dei genitori per i figli che i compiti non li fanno e, nella parte direttamente rivolta al periodo delle vacanze estive (in Italia tre mesi di seguito, mentre in buona parte degli altri Paesi europei vengono diluite in diversi frangenti ed è bene ricordarlo) si dice quanto segue: “…non possono essere assegnati compiti nei fine settimana e durante i periodi di vacanza o sospensione delle lezioni – agli studenti deve essere permesso di ricrearsi (garantito il “diritto al riposo e al gioco”) e alle famiglie di ritrovarsi, senza l’assillo stressante dei compiti – …”.
Ora, alle generazioni più recenti tutto sembrerà assolutamente normale e, anzi, doveroso. Per chi ha, come me, qualche anno in più, quell’“assillo stressante dei compiti” suscita, a dir poco, un sorriso. I ragazzini non lo sanno, ma hanno tolto loro anche la soddisfazione di essersi meritati la merenda e il gioco ai quali noi ci accostavamo con quella gioia che non intuisco più.
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Ardmando
8 Luglio 2024 at 12:36
Quella di oggi è una scuola rammollita, fatta da insegnanti rammolliti per alunni rammolliti figli di genitori rammolliti. Una vergognosa decadenza del sistema scolastico italiano, probabilmente uno dei peggiori d’Europa, che partorisce generazioni di fancazzisti da social malati di disagio e stress (tutte cose inventate dai loro genitori, quelli si veramente disagiati). Poi c’è chi si meraviglia che le ultime generazioni siano composte principalmente da debosciati. L’instupidimento delle masse è parte del programma di controllo voluto dalle sinistre nazionali ed europee. Un popolo di idioti illetterati è più facilmente controllabile, basta dare loro calcio, grande fratello e social network, dove assorbire e amplificare la loro ignoranza e stupidità.
Stephan
8 Luglio 2024 at 14:48
Figurarsi se non centravano le sinistre…La colpa principale resta del tempo che avanza, muta, cambiano le abitudini, il modo di vivere, la tecnologie, la scienza, la velocità mentale che oggi hanno i bimbi e i ragazzi, una maggiore ampiezza mentale che un tempo non si aveva, e tanto altro. Ma ci sono anche i lati negativi e cambia anche la preparazione dei giovani alla vita pratica, reale, al sacrificio, al guadagnarsi anche le ricompense, al mantenersi, senza sognare troppo in grande, all’affrontare anche gli aspetti negativi che purtroppo la vita riserva.
Si da troppo, si proteggono troppo, e i risultati sono quelli che sono…Fortunatamente non tutti, sono rammolliti, o vogliono fare l’influencer. La scuola non è propriamente la peggiore…Tanti cervelli italiani fanno grandi cose all’estero, dove vengono anche ben retribuiti.
Ardmando
8 Luglio 2024 at 22:18
Le sinistre c’entrano sempre, considerando che la maggior parte dei governi degli ultimi anni sono tutti stati di sinistra. La colpa è del sistema, il tempo è sempre avanzato e cambiato. I valori che reggevano un tempo la società sono stati cancellati con la stessa gomma con la quale le sinistre hanno avuto il coraggio di revisionare la storia omettendo o modificando tutto quello che per loro è scomodo. L’istruzione come la giustizia sono in mano alle sinistre e alle loro ideologie smidollate, permissive e falso buoniste. Una società molle produce cittadini molli, malleabili e facilmente addomesticabili. La musica però è cambiata e il tempo delle sinistre è passato.