BiellaPausa Caffè
Che sia una Via Crucis senza intemperanze
Ecco “Pausa Caffè”, la rubrica settimanale di Giorgio Pezzana

“Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia”. Questo passo delle Beatitudini mi riporta a un episodio molto grave verificatosi lo scorso anno a Biella in occasione della tradizionale Via Crucis cittadina. Al passaggio della Croce e dei fedeli, nei pressi della Cattedrale, un gruppetto di ragazzini, molti dei quali di chiare origini magrebine, si mise ad inveire, con insulti e bestemmie, rivolti ai partecipanti alla processione.
Un fatto di una gravità inaudita, che a mio avviso venne molto sottovalutato dalle autorità competenti, dalle istituzioni che non sentirono il bisogno di esprimere la loro solidarietà al mondo cattolico biellese e anche da una parte di cattolici che vollero considerare quell’episodio una sorta di ragazzata. Fatti come questi non sono mai ragazzate, perché sono mossi da ragioni ideologiche che alimentano l’intolleranza. E l’intolleranza non è mai compagna di una civile convivenza.
La presenza di altre professioni religiose approdate nel nostro Paese con il flusso migratorio di questi ultimi anni (e non parlo solo di mussulmani) dovrebbe alimentare un desiderio di confronto con la spiritualità di ciascuno, partendo da una base comune che è la consapevolezza di un’altra dimensione oltre a quella terrena, che ciascuno definisce secondo la propria fede e la propria cultura. L’insulto, la bestemmia, la derisione, sono l’apoteosi di un’abissale ignoranza che non trova conforto in alcuna dimensione spirituale e che è alimentata solo da frustrazione e senso di non appartenenza a nulla.
Venerdì, il mondo cattolico biellese vivrà, partecipandovi o anche semplicemente vivendola nella propria intimità, la Via Crucis nell’intensità dei suoi significati più profondi, cogliendo un momento di preghiera particolarmente intenso, sofferto e meditato. Nessuno ha il diritto di interferire con questi sentimenti. Nessuno ha il diritto di offendere, insultare o giudicare.
Per questo auspico che su quei momenti vigilino le forze dell’ordine affinché non si ripetano episodi come quelli dello scorso anno. In attesa della Santa Pasqua che possa essere vissuta come un momento di speranza per tutti.
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Ardmando
17 Aprile 2025 at 17:19
E’ il prezzo da pagare per aver lasciato che iniziasse la colonizzazione islamica, tanto casa dal punto di vista economico ed elettorale alle sinistre. A loro non interessa l’accoglienza nel senso umano, interessa solo come possibilità economiche e racimolare qualche voto dal fondo del barile.
Gli lasciamo costruire moschee (a Torino ne verrà realizzata una con un investimento privato di 17 milioni di euro), lasciamo che possano continuare a seguire le loro usanze, soffocando le nostre (il caso drammatico delle scuole chiuse durante il ramadan) e il generale “lasciar fare” per amore di una integrazione CHE NON ESISTE e che loro per primi non vogliono. Ammiro i cinesi, che arrivano qui, lavorano, creano occupazione, pagano le tasse e non accampano diritti religiosi o di usanze “strane” della loro cultura atte a soverchiare la nostra. E le dispute se le risolvono fra di loro. Non hanno l’arroganza conquistatrice degli islamici che è la stessa a prescindere da quale nazione arrivino. Poi ci si meraviglia per qualche innocua bestemmia: non lamentatevi perchè sarà sempre peggio. Quando vi verranno a dire che le luminarie di Natale, i panettoni o pandori i presepi le uova di pasqua le celebrazioni in piazza offendono i loro sentimenti e vi imporranno di smettere, cosa farete? Penserete troppo tardi a quello che scriveva Oriana Fallaci mentre frequenterete un corso per parlare e scrivere in arabo?
Bruno
17 Aprile 2025 at 17:26
le peggiori guerre sono sempre state religiose le crociate abbiamo iniziato noi a voler imporrere il cristianesimo, un fallimento poi in Africa religione e sfruttamento delle loro risorse oggi tutto si rivolta contro di noi e non c entra l integrazione dove abito ci sono marocchini che lavorano pagano le tasse e non disturbano, è educazione