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Biella

Banche e Poste al servizio di chi?

Ecco “Pausa Caffè”, la rubrica settimanale di Giorgio Pezzana

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Cerchiamo di capire, anche se sembra una banalità: i vari enti che operano sul territorio, sono ancora al servizio del cittadino o si stanno facendo mantenere dai cittadini?

L’esempio forse più eclatante viene dalle banche. Nel Biellese i Comuni “coperti” da servizi bancari risultano essere solo più 34 su 79, ovvero meno della metà. E gli sportelli bancari continuano a ridursi andando verso una centralizzazione che presuppone l’esistenza di altri servizi (trasporti pubblici), che non ci sono o ci sono solo in parte. Penso soprattutto alla popolazione anziana, a quelle persone che non hanno dimestichezza con le nuove tecnologie e per le quali la home banking suona come per me la danza classica.

E’ un problema serio, soprattutto pensando che quella Biellese è una delle province più anziane d’Italia. Da anni ormai, le banche riconoscono interessi risibili o non riconoscono alcun interesse sui conti correnti, cioè sui risparmi che i cittadini depositano ricevendone in cambio solo detrazioni per la tenuta dei conti stessi. Quindi il correntista non è più minimamente premiato per avere scelto un istituto bancario anziché il materasso di casa ove tenere i propri risparmi. Ogni operazione che viene effettuata usufruendo di quel conto corrente, viene penalizzata dalle cosiddette commissioni, cioè altro denaro che viene dato alle banche.

L’utilizzo stesso del bancomat prevede un “pizzo” che le banche trattengono, pagamento dopo pagamento. Per non parlare dei traffici di denaro che stanno dietro agli investimenti, soprattutto quelli che impegnano il cliente a non toccare il capitale per periodi più o meni prolungati, poiché in quei periodi le banche fanno le loro operazioni finanziarie e certamente non in perdita. Eppure, alla fine, ad essere penalizzato è il servizio al cittadino che, come sta accadendo nel Biellese, vede sportelli spegnersi uno ad uno e vede anziani sempre più smarriti.

E le Poste che dicono di volere rinunciare alla distribuzione di lettere e raccomandate? Quale servizio si accingono a garantire alla popolazione? Si chiamano Poste, ma diverranno assicurazioni, banca, finanziarie, cioè attività destinate al loro tornaconto (già oggi vendono cellulari, giocattoli ed ogni altra amenità che con la posta non ha nulla da spartire). E il servizio? Cioè quello per il quale sono nate? Se per sopravvivere le Poste devono diventare banche, chiudano. E le banche, che invece continuano a macinare extraprofitti, ritrovino almeno un po’ quel ruolo che avevano nelle comunità e che scaturiva soprattutto dal rispetto.

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