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Biella

Tra la Serie A e il nulla, viva le vie di mezzo

Il commento di Paolo La Bua

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Tra la Serie A2 di ieri e il nulla di oggi ci possono essere diverse vie di mezzo, nel mondo del basket. Ma non è scontato che il territorio le sappia individuare e soprattutto cogliere.

Proviamo a riassumere: i debiti di Pallacanestro Biella potrebbero non essere un problema infinito, tra banche, erario e privati. Ma resta il punto centrale della questione: chi metterebbe 1,7 milioni di euro all’anno per partecipare a una categoria professionistica con due americani e altri costi fissi altissimi?

Tutti noi delusi e arrabbiati per la privazione dello spettacolo più bello del mondo al Forum, abbiamo una soluzione? Dubito.

Allora bisogna ragionare e provare a intravedere scenari raggiungibili per un territorio dove non risultano arrivare autobus carichi di imprenditori intenzionati a riempire capannoni dismessi o sostenere società sportive. Gli unici investitori di cui si registrano i movimenti sono i titolari dei centri commerciali. Quindi. Quando Pallacanestro Biella sarà nuovamente sana, dovrà ricominciare a investire sul settore giovanile e provare a vendersi come una città ancora innamorata del basket. Una piazza con una tradizione vera, un seguito numeroso e caloroso di tifosi e un impianto capace di contenere grandi sfide.

Serve insomma recuperare lo spirito degli anni Novanta, quando tutto rinacque dopo il medioevo delle Serie C e D con il Biella Basket Club.

Occorre però lo stesso entusiasmo generale, capace di rendere indolori sconfitte ed errori, che ci furono anche quando Danna e Savio comandavano (molto bene). Perché? Perché quale imprenditore “straniero” verrebbe in una piazza incazzata e pronta a rinfacciare gli anni d’oro di Hall o di Aradori ad ogni campagna acquisti?

Quale investitore accetterebbe di mettere 400-500 mila euro su una polveriera pronta ad esplodere alla prima situazione da bicchiere mezzo vuoto? Nessuno.

Meglio andare in un territorio vergine, dove tutto è nuovo e si può partire da zero.

In questi mesi in cui i volenterosi ragazzini di Biella Next difendono i colori rossoblù dei contatti ci sono stati. Ma l’aria che si respira in città è ancora quella rancida per la mancata iscrizione all’A2, nascosta a tutti e bruciata in modo indecoroso nello spazio di pochi giorni nell’assenza di comunicati ufficiali.

Tanti, troppi di noi non riescono ancora a guardare avanti, purtroppo. Cosa c’è, oltre la nebbia? Chissà, forse una Serie B con uno straniero e dei costi che il nostro territorio potrebbe sostenere anche senza filantropi tipo Angelico.

Qualcuno ci sta provando. Noi tra una Serie A impossibile e il nulla, facciamo il tifo per le vie di mezzo.

Paolo La Bua

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