Seguici su

Biella

Discarica o no, l’amianto resta un problema

Il dardo, la rubrica di Guido Dellarovere

Pubblicato

il

il dardo

E’ la notizia della settimana, il ponte della tangenziale chiuso al traffico. Polemiche, sarcasmi, ingegneri improvvisati, professionisti del settore, politici in pensione, soloni e saccenti tutti uniti a prodigare consigli e soluzioni, ecco perché non intendo trattare l’argomento.

E’ invece interessante fare alcune valutazioni in merito alla sentenza del Tar (tribunale amministrativo regionale) emessa la scorsa settimana dove, per farla breve, viene accolto il ricorso in merito al provvedimento della Provincia di Biella che autorizzava la realizzazione di un deposito/stoccaggio di materiale in fibrocemento meglio conosciuto come amianto o eternit.

Sto parlando della discussa, odiata e vituperata “discarica di amianto” che una società vorrebbe realizzare in località Brianco, in quel di Salussola.

Preciso subito che, come la maggioranza degli italiani medi, anche il sottoscritto preferirebbe la realizzazione di tale opera a qualche centinaio di chilometri da dove risiede.

Non sono un competente e non voglio entrare nel merito del provvedimento e nemmeno delle motivazioni per cui è stato bloccato, ma mi sento di esternare alcune considerazioni.

La vittoria al Tar è un primo passo ma, senza voler fare il menagramo, vale quel che vale, in quanto sicuramente verrà impugnata al Consiglio di Stato e, solo allora il verdetto in merito a questo progetto sarà definitivo.

Per mia esperienza personale nel lontano 2009 in seguito al risultato elettorale alle amministrative a Occhieppo Superiore, la squadra di cui facevo parte, sconfitta alle urne per 4 voti, fece ricorso al Tar di Torino, dove uscimmo vincitori, per poi finire sconfitti in seguito alla sentenza del Consiglio di Stato.

Ma, anche nel caso in cui il Consiglio di Stato confermasse la sentenza del Tar di Torino, credo che non andrebbe a cambiare la volontà dell’imprenditore che vuole realizzare tale opera e che, semplicemente, dovrà ricominciare l’iter progettuale in Provincia, ripresentando tutta la documentazione, tenendo conto delle indicazioni espresse nelle varie sentenze in ogni grado.

Con questo voglio fare un po’ di chiarezza: ad oggi non c’è stata nessuna modifica alla normativa importante a livello locale, regionale e nazionale in merito e il panorama non è cambiato, pertanto è ipotizzabile che il problema sia semplicemente procrastinato e non risolto.

Ora però è doveroso fare anche delle riflessioni generali sul problema amianto, ossia è acclarato che questo maledetto prodotto causa il cancro ai polmoni o meglio il mesotelioma. I dati raccolti ci hanno chiaramente fatto capire che a Casale Monferrato, sede dell’azienda che lo produceva, le morti per detta patologia sono in percentuali astronomicamente maggiori rispetto alla media nazionale. Uno studio fatto da Regione Piemonte ha censito centinaia di siti nel nostro biellese dove esistono ancora parecchie coperture in eternit, che sono all’aperto e pertanto sono bombe ecologiche che irradiano particelle maledette e che noi però possiamo bellamente respirare. E’ curioso che l’amministrazione di Santhià sia contraria al progetto quando attraversando l’abitato ci si scontra contro le ex officine Maglioli treni, dove migliaia di metri quadrati di superficie coperta hanno l’amianto come manto di copertura.

Ebbene, se come detto in premessa nessuno vorrebbe la “discarica” a casa propria, io in primis, è doveroso porsi una domanda: faranno più male centinaia di tonnellate di eternit regolarmente incapsulate come previsto dalla normativa e successivamente sotterrate o è più pericoloso per la nostra salute avere centinaia di coperture in amianto su tetti di fabbricati all’aria aperta in giro per il Biellese?

Sul sito di Salussola sono state scritte centinaia di motivazioni tecnico/scientifiche perché lì la discarica “non s’ha da fare”, come direbbe il buon Manzoni, ma ricordiamoci che il problema non scomparirà, casomai continuerà a peggiorare. C’è quindi l’urgenza di risolverlo e, finché il materiale rimosso lo manderemo a centinaia di chilometri di distanza, il costo dello smaltimento continuerà ad essere proibitivo e pertanto tanta gente, troppa, non potrà permettersi di bonificare i propri siti.

E la politica? In tanti li ho visti alle varie assemblee dei comitati “no discarica” a farsi belli, a catturare qualche voto, ma nelle sedi opportune mi sembra di aver visto tanti “Ponzio Pilato” perché, se è vero che l’imprenditore ha diritto di chiedere ciò che ritiene rispettando la legge, se è vero che la popolazione ha il diritto di lamentarsi e lottare perché l’opera non venga fatta, la politica non ha attenuanti: deve dare un segnale forte su quale scelta operare e non aspettare che sia la Magistratura a dettare con le sue sentenze la gestione del problema sul territorio. Ma si sa, metterci la faccia su una partita complessa richiede coraggio. Meglio aspettare che l’acqua faccia il suo corso… e poi diciamolo, è più semplice seguire la popolarità del trend del momento che esporre qualche critica costruttiva, guai a perdere voti!
Nel frattempo, tra un progetto e un ricorso, si continua a morire di mesotelioma.

Guido Dellarovere

Continua a leggere le notizie de La Provincia di Biella e segui la nostra pagina Facebook

E tu cosa ne pensi?

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *