Lei non sa chi sono io
Lei non sa chi sono io: Bernardino Galliari
La rubrica in cui Edoardo Tagliani racconta i titolari delle vie
Prima dell’Intelligenza artificiale, della computer graphic, degli effetti speciali di Holliwood. E ancora prima, prima del web, delle piattaforme streaming, dei tubi catodici. Prima, quando le storie si srotolavano sugli assi di un palco, sotto un graticcio e tra le quinte, oltre un sipario blandito da palchi e platea, chi metteva in scena montagne, nuvole, mari, comparse, mobilio, affollate strade e vivaci quartieri che non esistevano?
Tra i tanti, lui: Bernardino Galliari, fu Giovanni, nato ad Andorno Micca nel 1722 come i suoi fratelli e colleghi (Giovanni Bernardino Carlo e Fabrizio Maria), da mamma Maria Caterina Levera.
Probabilmente, gli Andornesi lo ricordano ancora piuttosto bene, ma difficile pronosticare risultati analoghi nel resto della provincia.
Dal padre apprese l’arte della pittura e per superarne l’abilità si trasferì a Milano, dove imparò come applicare quel talento alle scenografie teatrali. Non solo: la sua “prima” in grande stile avvenne a Innsbruck, dove si occupò della scenografia per le nozze di Maria Amalia di Sassonia e Carlo di Borbone Re di Napoli. Da citare anche i bozzetti dell’allestimento delle nozze di Vittorio Amedeo di Savoia e di Maria Antonietta di Spagna, tutti sul tema della Vittoria di Imeneo. Insomma, il top dei “wedding designer” dell’epoca.
Lunga e itinerante, fu la sua carriera. A Torino l’apice nell’ambito dei palcoscenici: al Regio realizzò decine di scenografie e bozzetti. Le due forse più note e riportate in letteratura di settore, sono purtroppo andate perdute nel tempo, magari impolverate in qualche magazzino sotto le pietre di piazza Castello: il sipario con Le nozze di Bacco e Arianna e quello raffigurante La caduta di Fetonte.
Dipinse anche diversi affreschi, il più noto dei quali resta la Gloria di S. Andrea, gruppo aereo che decora la cupola di S. Andrea Sforzatica, a Dalmine.
Morì il 31 marzo del 1794 e, da allora, ad Andorno si narra che sia riuscito a convincere San Pietro, dapprima reticente, a rinnovare anche la scenografia di lassù, sempre bella ma un pochino datata.
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