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Il Punto Esclamativo

Milano da bere e le Rovine di Pompei (Ostia Antica!). Simone Barazzotto docet!

“Il Punto Esclamativo”, la rubrica settimanale di Corrado Neggia

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Biella mi mancava a intermittenza, le bellezze della Città Eterna (e il lavoro!) sopperivano alla distanza e le amicizie facevano la differenza. Tra queste occupò uno spazio importante quella con Simone Barazzotto, aspirante attore. Quando giunsi a Roma, lui aveva appena vissuto la prima esperienza sul set: Classe mista 3ª A. Regista: Federico Moccia! Non fu un successone, ma negli anni a venire il film si ritagliò spazi importanti sui canali Mediaset (anche in prima serata!), spesso anticipato da un martellante spot che mostrava le uniche battute divertenti del film e il cameo di Paolo Bonolis, che impersonò un commesso rasta di un negozio di animali.

Anche Moccia volle mettersi alla prova, interpretando la parte di un carrozziere che colorava di nero il cane rubato alla professoressa. Tra le battute più esilaranti della pellicola, si ritagliò il suo bel momento di gloria pure Simone Barazzotto. L’attore biellese rischiò di pagare un dazio pesante per una posa in particolare, che fu divertente nella fiction, ma straordinariamente vera nella (quasi!) disgrazia e proprio per questo tragicomica, come ancora oggi ricorda il diretto interessato da Forte dei Marmi, sua nuova casa adottiva: «Come dimenticare Roma e quelle esperienze. Mi scelse direttamente Moccia e già questo è un elemento lusinghiero. Quel film era ricco di personaggi, oltretutto eravamo tutti amici, invidie zero. Bonolis era già famosissimo, altri lo divennero negli anni successivi. Nonostante non ci fossero stati assalti al botteghino, Federico Moccia ci vide giusto nella scelta degli attori e dei ruoli. Posso affermare che “Classe mista 3ª A” è ben più gettonato oggi rispetto al 1996. Se sfogliamo le riviste di settore quel lavoro viene catalogato come film Cult. Una battuta su tutte ci faceva sbellicare dalle risate: durante un’interrogazione il professore chiedeva l’Infinito di Leopardi. La risposta sul copione fu tranchant: leopardare! La mia scena fu davvero tragicomica: stavamo interpretando una gita scolastica alle Rovine di Pompei, ma la girammo a Ostia Antica. E fa già ridere di per sé. Ma non è questo il punto. Moccia mi aveva assegnato la parte dello “sfigato” della classe: appena aprivo bocca, la sceneggiatura mi stroncava. Ad esempio dicevo “guarda che bel sole” e infuriava un uragano. In quella famosa posa dovevo fare una foto con le macchinette di una volta, quelle con il flash a lampadina tanto per intenderci. Per vivacizzare la scena veniva simulato uno scoppio utilizzando un petardo. Invece lo scoppio ci fu per davvero, fortunatamente portavo gli occhiali e una delle lenti mi salvò l’occhio dalle schegge di vetro. Passato lo spavento ci ridemmo su. E ci rido tutt’ora!».

Erano anni spensierati, il sottoscritto sognava di affermarsi come giornalista (e speaker!), Simone ambiva a sfondare nel jet set. In questa puntata affido a lui la chiosa finale: «Volevo diventare attore, poi per scelta (non solo mia!) sposai la carriera del P.R., comunque tanta roba. Corrado invece ha rinforzato le sue posizioni originali. A Roma ci frequentavamo spesso, lui lavorava già nel mondo del calcio, avevamo amicizie in comune (anche Vip assoluti!), lui stava a Campo de’ Fiori, io a due passi da Piazza Farnese. Vivevamo in due attici spettacolari. Ricordo con nostalgia tutto: quante risate a Cinecittà, quante feste e goliardia. Ritrovandoci nella Capitale, fu impossibile evitare un parallelo con il Nord, che riassumerei con uno slogan: “Dalla Milano da bere alla Roma da mangiare!».

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