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BiellaIl Dardo

La scuola non è una sezione di partito

La nuova versione de “Il Dardo”, la rubrica di Guido Dellarovere

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Siamo stanchi. Stanchi di vedere la scuola pubblica, che dovrebbe essere tempio della conoscenza e della formazione critica, trasformata in un laboratorio ideologico. L’ultimo episodio arriva dal Biellese, dove alcuni insegnanti hanno pensato bene di utilizzare ore scolastiche per organizzare una “marcia per la pace” a favore della Palestina. Non un momento di riflessione strutturato, non un progetto educativo approvato, ma l’ennesima trovata militante travestita da attività didattica.

È l’ennesima dimostrazione di un malcostume culturale radicato: la scuola politicizzata. Una scuola in cui certi docenti non insegnano, indottrinano. Una scuola in cui, da decenni, l’ideologia ha preso il posto del rigore. Una scuola in cui l’insegnamento della storia è stato a lungo piegato a una narrazione a senso unico, quella dei vincitori, quella di una sinistra che ha deciso cosa si può ricordare e cosa no.

Abbiamo imparato che la libertà l’hanno portata solo i partigiani e gli alleati – ma ci si è dimenticati delle Foibe, dei crimini delle brigate partigiane comuniste, delle violenze commesse da alcuni “liberatori”, delle marocchinate, dei milioni di civili giapponesi spazzati via dalle atomiche americane. Interi capitoli della storia sono stati espunti o ridotti al silenzio, perché non funzionali alla narrazione dominante.

E ora, lo stesso schema si ripete. Conflitto israelo-palestinese: una tragedia complessa, dolorosa, spietata. Ma in classe si porta solo una parte, sempre la stessa. Gli stessi insegnanti che oggi si stracciano le vesti per Gaza, sono rimasti in silenzio dopo il massacro del 7 ottobre. Nessuna assemblea, nessun corteo, nessun documento ufficiale per denunciare la barbarie compiuta da Hamas. Due pesi, due misure. Sempre.

Il punto non è impedire agli studenti di informarsi, riflettere o manifestare. Il punto è impedire che alcuni docenti utilizzino la cattedra come pulpito politico. Il punto è evitare che l’istruzione venga piegata, ancora una volta, al servizio dell’ideologia.

È inaccettabile che iniziative a sfondo politico vengano promosse durante l’orario scolastico, al di fuori di ogni percorso educativo approvato, senza trasparenza e senza rispetto per il pluralismo. Il fatto che il documento promozionale sia stato pubblicato sui social della scuola e poi cancellato in fretta e furia è la conferma che qualcosa non torna.

Ma del resto, il fatto che solo una sparuta minoranza di scuole in Italia abbia aderito a simili iniziative dovrebbe già bastare a dimostrarne la debolezza e la strumentalità. Non sarà certo una marcia di istituto a spostare gli equilibri in Medio Oriente, né a orientare le decisioni del ministro Valditara.

Ciò che serve, invece, è una presa di responsabilità. Serve che chi insegna torni a farlo con onestà intellettuale e neutralità. Che non si usi la scuola per fare propaganda. Che si rispettino gli studenti come cittadini in formazione, non come materiale umano da manipolare secondo le simpatie politiche del momento.

Se qualcuno vuole fare militanza, lo faccia fuori dall’orario scolastico. Se qualcuno vuole condannare Israele, lo faccia come cittadino, non come educatore pagato dallo Stato.

La scuola non è una sezione di partito. Non lo è mai stata, e non possiamo più permettere che lo diventi.

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10 Commenti

1 Commento

  1. Bruno

    22 Settembre 2025 at 15:34

    se gli studenti vogliono aderire alla manifestazione per la Palestina fanno solo bene è un loro diritto contestare per un eccidio di massa BRAVi

    • Ettore

      22 Settembre 2025 at 16:10

      gli studenti devono studiare e basta

      • Paolo

        22 Settembre 2025 at 17:26

        Potrei anche condividere alcune opinioni dell’estensore rubrica in particolare se avesse aggiunto ai capitoli della storia citati anche il Nazismo che ha scatenato la 2 guerra mondiale e il Fascismo che l’ha seguito in modo altrettanto criminale

  2. Luca

    22 Settembre 2025 at 16:03

    Quindi, secondo Lei, l’unico atto terroristico perpetrato da Hamas è quello del 7 ottobre?
    E quindi, a suo avviso, il popolo italiano tutto è da equiparare a semplici militanti di Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia?

  3. Ardmando

    22 Settembre 2025 at 16:31

    Ci sono troppi insegnanti comunisti, esattamente come ci sono troppi giudici comunisti. Occorre epurare scuola e magistratura dal cancro rosso. La scuola deve essere al di sopra di qualsiasi ideologia e quindi auspico punizioni molto severe per chiunque nella scuola abbia promosso una marcia a favore di Hamas, considerando che l’ipocrisia delle sinistre le porta ad arrivare a scioperare illegalmente per una vicenda che NON ci riguarda, mentre gli stessi comunisti che sostengono gli islamici “palestinesi” e di Hamas, non fanno assolutamente NULLA per l’Ucraina.
    Due pesi e due misure per i comunisti italiani. E’ ora di cambiare passo e se serviranno le maniere forti, bene perchè non avremo paura di usarle.

  4. Bruno

    22 Settembre 2025 at 19:50

    come sempre Armando fa ridere a crepapelle la sua intelligenza è pari a zero rosica rosica lo sciopero ha avuto successo

    • Ardmando

      23 Settembre 2025 at 8:00

      ah si ? Ha avuto successo? E dove esattamente? PErchè la Nazione si è a mala pena accorta di voi. Siete il nulla cosmico e continuerete ad esserlo. Pensa alla salute e alla pensione, che è meglio.

  5. Arnoldo

    22 Settembre 2025 at 21:05

    anche le chiese e tutti i parroci devono Condannare quello che succede a Gaza come tutti i preti che a Roma durante la manifestazione pro Palestina ,allora anche la chiesa diventa sezione di sinistra? Ma vada a quel paese Della Rovere

    • Ardmando

      23 Settembre 2025 at 8:02

      Non ne frega nulla nemmeno a loro. Quello che accade in quelle terre è di competenza unicamente di Israele. Chi si immischia è complice dei terroristi di Hamas. E spero che la famigerata “flottiglia” di topi di fogna, venga affondata a cannonante.

  6. Arnoldo

    23 Settembre 2025 at 12:13

    a cannonate finirete voi piangere per un politico ucciso in america ma chi se ne frega, e non per i bambini uccisi in Palestina

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