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BiellaIl Dardo

In Italia tutti vincono

La nuova versione de “Il Dardo”, la rubrica di Guido Dellarovere

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E’ davvero bello assistere quanto avviene nei giorni seguenti alle consultazioni elettorali, come sempre arrivano una svariata sequenza di commenti di tutti i leader nazionali e locali che si prodigano a commentare i risultati, e con una capacità tipica italiana tutti a loro dire hanno vinto le elezioni.

Con l’avvento dei primi referendum, ricordo che nessuno politicizzava i vari quesiti proposti, ma si costituivano i vari comitati a favore e contro che spesso erano bipartizan, cosa che invece non avviene più, e pertanto del quesito proposto sulla scheda a nessuno interessa ma semplicemente si va o meno a votare sulla base delle indicazioni del partito che ognuno di noi apprezza.

Preciso che andare a votare è un diritto e non è un obbligo e ognuno di noi è libero di fare cosa meglio crede e pertanto coloro che hanno pontificato accusando chi invitava all’astensione nella realtà dei fatti lo ha urlato solo per paura che non si arrivasse al quorum (cosa peraltro avvenuta).
Alla luce dei risultati tutti abbiamo visto che su 46.000.000 di elettori “solo” 14.100.000 di italiani si sono recati alle urne.

In un Paese “normale” coloro che invitavano ad andare a votare visto il risultato dovrebbero ammettere la sonora sconfitta, invece rilanciano e per sminuire la batosta affermano che comunque in questa tornata elettorale hanno più raccolto voti rispetto a quelli che nel 2022 alle politiche raccolse Fratelli d’Italia

Tutto falso in quanto i voti che vennero assegnati a Fratelli d’italia furono circa 14.480.000 , è doveroso sottolineare oltretutto che il Partito democratico ne raccolse “solo” 10.500.000 con una misera percentuale del 30,6%.

Questo dato conferma quanto sopra esposto ossia che pur di non ammettere la sconfitta tutti trovano una scusa ma la realtà è completamente diversa.

Ma oltre a questi numeri noiosi è doveroso invece fare una riflessione sul tema del lavoro.
Da 15 anni in Italia esiste il precariato che come tutti sappiamo è stato introdotto dal PD con le leggi fatte allora con il silenzio tombale dei sindacati.

Oggi lo stesso PD forse convertito sulla via di Damasco ha appoggiato e promosso un referendum contro la legge che a suo tempo venne fatta dallo stesso PD e per giustificare tale scelta ha urlato ai quattro venti che esiste il precariato e pertanto solo votando il referendum si sarebbe forse addirittura tornati magicamente alla scala mobile.

Questa mia riflessione deve far ben capire l’inutilità di questo referendum, peccato che tutto questo giochino di democrazia alle tasche del contribuente sia costato circa 90 milioni di euro senza contare i costi accessori dovuti a perdite di tempo, giornate lavorative ecc.ecc.

Ora questo momento di democrazia dovrebbe spingere i nostri rappresentati in Parlamento a mettere mano sulla legge dei referendum facendo si che questo strumento di consultazione possa essere usato esclusivamente per iniziative che davvero hanno una forte valenza popolare e non per ogni minima iniziativa di qualche realtà politica e/o associativa.

Il vero messaggio uscito da questo referendum è stato molto chiaro, gli italiani votano dei loro rappresentanti e sono stufi di perdere tempo e sprecare denari per andare a votare su temi che alla fine si rivelano poco interessanti e molto di parte.

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3 Commenti

1 Commento

  1. Ardmando

    16 Giugno 2025 at 17:54

    Il referendum è uno strumento che deve essere abolito.

  2. .Bruno

    17 Giugno 2025 at 13:28

    se abitassimo in svizzera per ogni la legge seria c e un referendum questa e democrazia scelta popolare, non che dobbiamo digerire le leggi retrograde di una destra retrograda svenduta all america all Ungheria alla turchia

  3. Ci.Di.

    17 Giugno 2025 at 19:16

    la morale da chi ha cambiato mille bandiere…

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