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Il Dardo

Adios “Vaffa Day”

La nuova versione de “Il Dardo”, la rubrica di Guido Dellarovere

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Negli ultimi due decenni siamo stati tempestati dai “Vaffanculo day” di Beppe Grillo, che sembrava aver trovato la chiave di volta per scardinare le porte della mala politica italiana.

Oggi, da quel lontano 8 settembre 2007, l’avvocato degli italiani Giuseppe Conte, avvalendosi di un metodo a dir poco irrituale ai pentastellati, sancirà il definitivo scisma da Grillo, ideatore del movimento e capo politico supremo per anni, mettendo una pietra tombale alla sua esperienza coi “5Stelle”.

Tutti ricordiamo tutti quell’8 settembre, simbolo del V-Day (abbreviazione di Vaffanculo-Day), un’iniziativa politica promossa dal famoso comico in diverse città italiane con lo scopo di raccogliere adesioni e firme per presentare una legge d’iniziativa popolare che dettasse le modalità di candidabilità ed eleggibilità dei parlamentari.

Fu un successone, tanti italiani volevano quel cambiamento perché non si sentivano più rappresentati dalla politica.

Questo movimento negli anni si rafforzò sempre di più fino ad arrivare, nel 2018, a diventare il primo partito in Italia, fino al Governo Conte.

E proprio Conte fu l’espressione del teorema principale dei pentastellati, ossia “uno vale uno”: chiunque meritava di essere considerato ed eletto, indipendentemente dall’esperienza politica, anzi, quello era considerato un requisito di prestigio. Il risultato fu che ci trovammo con un parlamento bizzarro, ricco di figure che nemmeno sapevano dove fosse Montecitorio piuttosto che Palazzo Madama.

Ne abbiamo viste di ogni colore: banchi a rotelle, monopattini elettrici, superbonus e via discorrendo, senza voler entrare nel merito della gestione della pandemia, che è stata disastrosa.
E poi un susseguirsi di litigi e di contrasti interni al movimento, con l’allontanamento di tanti big, se così si possono chiamare, ed ora, in ultima battuta, arriva lo sfratto dello stesso Beppe Grillo.
Questa volta senza votazioni on line, come era prassi per scegliere i candidati, e nemmeno con votazioni sui social, ma usando quello che spesso è stato considerato il nemico giornalista: Bruno Vespa, tanto vituperato, lui nel suo ultimo libro pubblicherà la notizia dell’allontanamento del comico genovese dal movimento pentastellato.

A Biella, invece, i 5Stelle sono stati precursori nello sparire dal panorama politico, anche se le percentuali di consenso sono da sempre state minime rispetto a quelle nazionali. Ciò non toglie che Biella e i Biellesi, per una serie di conteggi legati ai resti, riuscirono a mandare Lucia Azzolina in Parlamento, diventata poi sottosegretario e pure ministro: ecco, questo fu il miglior risultato del movimento biellese, sul territorio non furono mai in grado di esprimere un sindaco, ma solo qualche consigliere comunale a macchia di leopardo.

Si parlò poi di figure autorevoli che avrebbero dovuto impalmare il movimento, di un futuro sindaco del capoluogo…e invece niente. Da noi, sicuramente, non hanno lasciato alcun segno, se non qualche gossip legato all’ex Ministro.

Ed ora che tutte queste figure si sono sciolte come neve al sole come faremo? Come faremo senza quella tanto bramata rivoluzione della politica a suon di Vaffa day che sembrava inarrestabile? Tutto questo dovrebbe far capire che i movimenti pseudo popolari nati dal nulla e non strutturati, in mano a figure che non conoscono e non sanno come funziona il sistema, non possono avere futuro. Come già nel primo Dopoguerra il commediografo Guglielmo Giannini, con il suo partito “Il fronte dell’uomo qualunque” sembrava volesse spaccare il mondo, 60 anni dopo un altro uomo di spettacolo con analogo percorso ha ottenuto lo stesso risultato, ovvero sono spariti entrambi.

Ciò che resta dei 5Stelle zoppicherà con le proprie gambe ancora per un po’, finche mamma PD non lo assorbirà definitivamente: sappiamo tutti che, ormai, la strada è quella.

Concludo con una valutazione sulla nascita e sulla fine della carriera politica del comico genovese: è iniziata con un vaffanculo urlato ed è terminata con uno, metaforicamente, ricevuto. E visto che non c’è due senza tre, vedremo chi sarà il nuovo cabarettista che allieterà il panorama politico dei prossimi anni. Nell’attesa, caro Beppe, ricordati la legge del karma: chi di spada o vaffanculo ferisce di spada o vaffanculo perisce.

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2 Commenti

1 Commento

  1. Ardmando

    28 Ottobre 2024 at 18:00

    Il giorno in cui spariranno definitivamente dalla scena politica nazionale, sarà giorno di festa nazionale. Lo stesso vale per AVS, altro partitucolo della galassia sinistra comunistoide che ha peso politico pari al peso dell’aria. Gente che ha messo in campo fenomeni da baraccone come Le ex sindaco di Torino e Roma o il famigerato Toninelli, per non parlare del disastro economico del superbonus del governo Pinocc… ehm.. Conte. Già Conte… colui che ha voluto fare le scarpe al padre-padrone del M5S proprio perchè questi per lo meno aveva ancora la coerenza di credere all’idea utopistica originale. Conte invece è interessato solo al cadreghino, come tutti i fanfaroni che lo seguono adesso. E intanto i vari Di Maio eccetera sono spariti dalla scena, come spariranno tutti quanti. Come detto ci auguriamo che spariscano anche i nullafacenti di AVS, capaci solo di reclutare scarti della società come la Salis e la Rakete.

  2. Giovanni

    28 Ottobre 2024 at 20:23

    Peccato che non ci sia la pena di morte per chi arreca danni alla nazione politicamente.

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