Seguici su

Idee & Consigli

Prospettive sui titoli a reddito fisso nel 2025: cosa significano inflazione, banche centrali e liquidità per gli investitori

Pubblicato

il

Investimenti
Investimenti (© Depositphotos)

Nel 2025, i mercati obbligazionari stanno vivendo una rivalutazione fondamentale. Con l’inflazione in calo ma ancora irregolare, le banche centrali che riconsiderano le proprie strategie sui tassi e la liquidità che cambia nei mercati globali, gli investitori obbligazionari non stanno più giocando in difesa: stanno attivamente ricalibrando le proprie strategie. Che tu sia un investitore esperto o stia cercando di rientrare nel mercato obbligazionario, il 2025 richiede una comprensione più attenta del rischio, delle opportunità e del posizionamento.

Ecco un’analisi dettagliata di cosa sta guidando il reddito fisso nel 2025 e come orientarsi.

Inflazione: persistente, variabile e ancora il motore dei rendimenti

L’inflazione complessiva è scesa notevolmente rispetto ai picchi del 2022–2023, ma il quadro è più sfumato. Negli Stati Uniti, l’inflazione core resta poco sopra il 3%, mentre i costi di cibo e alloggi si dimostrano più resistenti del previsto. Nell’Eurozona, la volatilità energetica pesa meno, ma l’inflazione nei servizi supera ancora gli obiettivi.

Per chi guarda agli investimenti a reddito fisso, questo contesto resta centrale:

  • L’inflazione è ancora il principale motore dei rendimenti obbligazionari nominali.
  • Gli investitori devono distinguere con maggiore attenzione tra rendimento reale e nominale.
  • I titoli indicizzati all’inflazione (come i TIPS) offrono una protezione moderata, ma i rendimenti reali si stanno riducendo di nuovo dopo il picco del 2024.

In sintesi, l’inflazione non è scomparsa. È solo meno evidente — e questo la rende più pericolosa da ignorare nella selezione obbligazionaria.

Banche centrali: non più allineate

Negli ultimi anni le banche centrali si sono mosse in sincronia — alzando i tassi in risposta all’inflazione. Nel 2025, invece, i percorsi si stanno differenziando.

Questa divergenza crea disallineamenti — e opportunità. Il rischio di durata e il rischio valutario diventano più rilevanti. Le strategie generalizzate non bastano più: serve selettività e adattabilità.

Liquidità: sta tornando, ma in modo selettivo

La liquidità dei mercati obbligazionari si era prosciugata durante le strette del 2022–2023, soprattutto nei titoli corporate e nei mercati emergenti. Nel 2025, la liquidità sta tornando — ma in modo disomogeneo.

  • I volumi di scambio nei bond investment grade sono saliti del 12% su base annua, grazie a spread bid-ask più stretti e nuove emissioni.
  • I bond high yield restano volatili, specialmente tra gli emittenti con rating più basso.
  • I titoli sovrani nei mercati emergenti attirano flussi stranieri, ma solo nei paesi con valute stabili e credibilità fiscale.

La liquidità è cruciale, soprattutto se detieni obbligazioni fino alla scadenza o operi attivamente. Sapere dove la liquidità è più solida — e dove può svanire — è essenziale nel 2025.

Curve dei rendimenti: l’inversione si attenua, il repricing è reale

Le curve dei rendimenti invertite hanno dominato tra il 2022 e il 2024, ma ora si stanno appiattendo mentre i tassi a breve si stabilizzano e le aspettative di crescita a lungo termine migliorano. Tuttavia, questa normalizzazione non è necessariamente rialzista — è un repricing.

  • I rendimenti decennali USA si aggirano attorno al 3,85%, leggermente sotto i massimi del 2024.
  • I titoli a 2 anni sono al 4,15%, segnalando una Fed ancora prudente.
  • In Europa, la curva dei Bund tedeschi si è inclinata, con i tagli della BCE che abbassano i rendimenti a breve.

Curve piatte o inclinate nel 2025 non sono solo segnali tecnici — riflettono aspettative concrete su recessione, credibilità politica e costo del capitale. Le strategie sulla durata tornano centrali.

Qualità del credito: spread stretti, rischi nascosti

Gli spread dei bond investment grade sono ancora stretti nei mercati sviluppati, segno di fiducia o forse di compiacenza. Ma i default nei crediti a basso rating stanno salendo.

  • Il tasso di default dei bond high yield statunitensi è salito al 3,5% (contro il 2,1% nel 2023), trainato da piccole società tech e retail.
  • Il credito europeo è più stabile, ma crescono i timori nei settori legati al real estate.
  • I default nei mercati emergenti si concentrano nei paesi più indebitati, mentre i green bond mostrano resilienza.

Il 2025 richiede un’analisi del credito reale, non solo una replica passiva di indici. Gli spread non riflettono sempre correttamente il rischio, soprattutto nei mercati illiquidi o privati.

Come si stanno adattando gli investitori obbligazionari nel 2025

Di fronte a queste dinamiche, le strategie di reddito fisso stanno cambiando. Ecco come si sta muovendo il denaro “intelligente”:

  1. Strutture a Scala o Barbell: Combinano obbligazioni a breve scadenza (per liquidità e roll yield) con Treasury a lunga scadenza (come copertura in caso di recessione).
  2. Durata Tattica: Invece di mantenere durate fisse, si adattano ai dati su inflazione, verbali delle banche centrali e tendenze macro. La gestione attiva della durata è tornata.
  3. Esposizione Tematica: Cresce l’interesse per green bond, titoli infrastrutturali indicizzati all’inflazione e obbligazioni tokenizzate. Offrono flussi alternativi e crescente interesse istituzionale.
  4. Rischio di Credito Selettivo: Invece di puntare su tutto il comparto high yield, si scelgono settori specifici con pricing power e solidi bilanci (es. energia, utilities).
  5. Posizioni Hedgiate Valutarie: Con le divergenze tra banche centrali, la volatilità valutaria incide sui rendimenti. Sempre più investitori usano ETF obbligazionari hedgiati o overlay valutari.

Prospettive regionali: dove guardare

  • Stati Uniti: Politica monetaria stabile, crescita in lieve rallentamento e rendimenti obbligazionari vicini al 4%. I Treasury restano rifugio, con rischio recessione moderato.
  • Europa: Probabili nuovi tagli dei tassi. Rally obbligazionario possibile, ma attenzione ai rischi di credito nel settore immobiliare e bancario.
  • Giappone: Normalizzazione molto lenta. Il debito in yen ha rendimenti bassi, ma utile per carry trade o coperture.
  • Medio Oriente e Asia: I sovrani del Golfo stanno emettendo più green bond. Il debito corporate asiatico attrae afflussi tramite ETF. Cresce la partecipazione retail.

Conclusione: la reddito fisso nel 2025 non è più noiosa

I mercati obbligazionari non sono più angoli tranquilli e prevedibili della finanza. Nel 2025, sono dinamici, sensibili ai dati e sempre più attivi.

Capire l’evoluzione di inflazione, banche centrali e liquidità ti dà un vantaggio — ma solo se reagisci con flessibilità e disciplina. L’esposizione passiva potrebbe non bastare più.

In un anno in cui ogni 25 punti base conta, molti investitori si stanno già adeguando con strategie più flessibili e mirate.

Google News Rimani aggiornato seguendoci su Google News!
SEGUICI

Continua a leggere le notizie de La Provincia di Biella e segui la nostra pagina Facebook

Contenuto sponsorizzato
E tu cosa ne pensi?

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Copyright © 2024 laprovinciadibiella.it S.r.l. - P.IVA: 02654850029 - ROC: 30818
Reg. Tribunale di Biella n. 582 del 30/06/2014 - Direttore responsabile: Matteo Floris
Redazione: Via Vescovado, n. 5 - 13900 Biella - Tel. 015 32383 - Fax 015 31834

La testata fruisce dei contributi diretti editoria d.lgs. 70/2017

Servizi informatici e concessionaria di pubblicità: Diario del Web S.r.l.