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Gli Sbiellati

Le montagne partoriscono topolini

Gli Sbiellati: una rubrica per tentare di guardarci allo specchio e non piacerci

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Fonzarelli di provincia

BIELLA – Ad andare avanti così c’è il rischio d’esaurire le metafore. A guardarsi intorno e costretti dal calendario a fare il solito disastroso bilancio, ci scambiamo gli auguri digrignando i denti e sorridendo al ritmo del bruxismo, piuttosto che a quello di chi scende dalle stelle. D’altronde quando ci è capitato di leggere che “là ci sarà pianto e stridore di denti”, abbiamo sempre pensato che fosse da un’altra parte. Invece, con tutta probabilità, parlavano di noi che stiamo qui a stringere i denti perché altro non si può dire: è qua che c’è pianto e stridore di denti.

Non che prima fossero tutti, e per tutti, rose e fiori, ma questo scambiarci gli auguri somiglia via via più a una presa in giro che a un buon auspicio.

Tra pandemie e guerre, ci siamo rimasti male, bombardati come siamo, ora, da bollette impazzite. Una Madonna d’Oropa non basta, se ci troviamo la sera genuflessi in un impeto animista a pregare che quest’inverno ci sia lieve.

Se qualcuno s’aspettava dell’ottimismo mi sa che è cascato male. E c’è da stare attenti, ché la sanità pubblica non sempre aiuta e non si sa mica se ci corre in pronto soccorso. Ci può salvare solo la speranza, quella così laica da tornare a credere in Babbo Natale. Come del resto costuma fare la nostra amministrazione cittadina, che spera in un bando più che alla sua messa al bando. Per la funivia, intanto.

Ci avevamo provato, quasi due anni fa, a spiegare che, e come, i nodi vengono al pettine. E venivano al pettine già allora, figuriamoci adesso che è andato deserto l’”Avviso per la presentazione di proposte di project financing per la valorizzazione turistico fruitiva della conca di Oropa”, emesso a settembre e dentro al quale era compresa la manutenzione straordinaria della Funivia. In buona sostanza il Comune era in cerca di soldi e idee dei privati.

Ora, per stessa ammissione del sindaco via diretta Facebook, si spera in un bando nazionale che possa comprendere tale spesa. Un po’ come credere a Babbo Natale invece che a una più accorta programmazione. Quasi due anni fa il problema pareva essere il mancato accatastamento dell’impianto, buono per scaricare barili sulle amministrazioni precedenti, e ora anche, perché di santi a cui votarsi non ce ne sono più molti. Si è letto anche che a breve verrà predisposta un’”Agenda tecnica” tematica. Sarà per gli omaggi natalizi, vien da pensare.

A restare immobili, in genere non accade nulla di male, ma, di sicuro, nulla di bene. Dopo Babbo Natale tocca rivalutare anche il gioco delle belle statuine. Ma ora che è stato messo in asse il governo nazionale, oltre a quello locale e regionale, ne vedremo delle belle. O delle balle, fate voi, io mi astengo. Perché la fregola annunciatoria, già citata più volte in questa rubrica, non s’è ancora placata. L’annuncio, qualsiasi annuncio, di per sé, genera ingenue aspettative puntualmente disattese. Oltre a essere oggetto di uso e abuso dello strumento della conferenza stampa, a cui stancamente accorrono i quattro o cinque giornalisti locali, se va bene. Perché ormai non ci credono più nemmeno loro, anche se, per dovere “istituzionale”, ci investono qualche colonna di giornale foto compresa.

Un altro esempio? All’inizio del 2021 la Regione Piemonte attivò un percorso verso l’istituzione locale di “Distretti del commercio”. A febbraio di quest’anno sindaco e relativa assessora ufficializzano in pompa magna l’istituzione della cabina di regia (non spaventatevi: è solo un’agenda tecnica chiamata in altro modo) per Duc di Biella, il distretto urbano del commercio. Si è parlato di “rivoluzione” del commercio cittadino: le conferenze stampa e le presentazioni servono a spararla grossa, tanto chi si ricorderà dei dettagli, in futuro.

A maggio in un’altra conferenza stampa la stessa assessora ha presentato “Biella Up”, la dorsale digitale per il Distretto urbano del commercio. Risultato? La classifica ICity Rank 2022, quella sui comuni più digitali d’Italia pubblicata qualche giorno fa, vede Biella al 91° posto su 108 province italiane, all’ultimo tra quelle piemontesi.

Per tornare alla “rivoluzione” del commercio cittadino, l’istituzione del Distretto urbano del commercio presupponeva, da parte della Regione e del bando, un effetto moltiplicatore dell’investimento comunale. Risultato? Biella ci ha messo 8mila euro, e se va bene il finanziamento regionale ce ne metterà 40mila, quando la possibilità era di investire fino a 50mila per ottenerne 250mila. Cossato, per esempio, ne ha messi 30mila e ne ha portati a casa 160mila.

Gli elementi a disposizione, per tornare alle metafore, ce ne suggeriscono una per conferenze stampa e loro protagonisti dell’annuncio: montagne che partoriscono topolini. La prossima estate chi crede a Babbo Natale sarà costretto ad andare a piedi fino al Mucrone, per farsi un selfie come si deve. A Oropa non basta più.

 

Lele Ghisio

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