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È morta Patrizia Ferrarotti, nota architetta e consigliera comunale vercellese

Il suo cuore ha smesso di battere a 50 anni. Lascia il marito e i due figli, oltre alla mamma e al fratello

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patrizia ferrarotti

Gravissimo lutto per la comunità vercellese e quella di Trino: a soli 50 anni, è morta Patrizia Ferrarotti, semplicemente Patti per chi la conosceva, nota architetta e consigliera comunale. Da circa un anno stava affrontando una malattia che l’aveva costretta a lasciare gli impegni pubblici e professionali.

Patrizia Ferrarotti è morta a 50 anni

Il cuore della cinquantenne, come riporta Prima Vercelli, ha smesso di battere nella giornata di martedì 4 novembre. Ha lasciato nel dolore il marito Paolo e i figli Stefano e Cristian, oltre alla mamma Daniela e al fratello Lorenzo.

Molto conosciuta in città, svolgeva con grande competenza e preparazione la professione di architetto. È stata consigliere comuneale più volte in città e in passato, nel 2014 era stata nominata nel consiglio di amministrazione di Atena.
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I ricordi

Sul profilo Facebook del Comune di Trino: «Il Comune di Trino si unisce al cordoglio per la scomparsa di Patrizia Ferrarotti. Consigliere comunale e volontaria in molte associazioni trinesi, Patrizia ha dedicato tempo, passione e impegno al servizio degli altri. Alla famiglia, al marito Paolo Rosso e ai figli, giungano le più sentite condoglianze dell’Amministrazione comunale e di tutta la città di Trino».

Molto belle e toccanti le parole pubblicate da Alessandro Portinaro, ex sindaco di Trino, con il quale Patrizia ha condiviso tante iniziative politiche.

«Ciao Patti.
Sono ore, da questa mattina, che continuo a domandarmi dove sia finita ora quell’energia praticamente infinita che ti portavi in giro ovunque passassi. Chissà se nel frattempo tutta quell’energia sprigionata ha leggermente modificato l’asse di rotazione terrestre. Chissà se da qualche parte le onde si sono alzate più del solito. Chissà se le piante di un bosco, magari il nostro, sono cresciute più velocemente oggi.
Perché sono convinto che quell’energia l’hai regalata, restituita, messa a disposizione. Come ti sei messa sempre generosamente a disposizione della nostra comunità in tutti questi anni.
Se oggi è un giorno orribile, tremendo, da non poterci nemmeno credere, quanto siamo stati fortunati però, ad averti conosciuto, ad aver sentito la tua voce squillante, ad essere travolti dai tuoi sorrisi.
Quanto ho imparato da te, che bel pezzo di strada assieme, in consiglio comunale, in tutte quelle occasioni in cui ci siamo trovati a ragionare, a discutere, a studiare. A immaginare cose belle.
E che meraviglia la tua famiglia, Paolo, Stefano, Cristian.
Oggi un po’ di persone mi hanno chiesto ricordi di te. Mi sono reso conto che avrei potuto raccontare per ore, ma non ne ero capace, la voce usciva a fatica.
Maledizione, Patti. Che ingiustizia.
Grazie per tutto, l’elenco sarebbe troppo lungo, me lo tengo per me.

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