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Un biellese d’adozione alle Olimpiadi di Sochi

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Il fisioterapista 33enne Federico Bistrot dall’Azimut alla Nazionale di bob: “Sono emozionantissimo, felice e molto carico”

Nella rappresentativa azzurra in partenza per le 22esime Olimpiadi invernali di Sochi ci sarà anche il 33enne biellese d’adozione – è nato nel 1981 a Trieste – Federico Bistrot, fisioterapista al seguito della nazionale di bob.

Nell’ambito della collaborazione tra “Azimut Riabilitazione” e Federazione Italiana Bob, Bistrot segue ormai da diverse stagioni i principali appuntamenti agonistici della squadra guidata da Antonio Tartaglia, ma è alla sua prima Olimpiade. «Una sensazione fantastica, sono emozionantissimo, felice e molto carico – racconta -. Il gruppo è competitivo e può far bene e io spero di dare il mio contributo. Sono quattro anni che come Azimut siamo a supporto della nazionale con le nostre strutture e durante le trasferte. La partecipazione all’Olimpiade per il nostro centro è un motivo di grande orgoglio e un traguardo che premia l’impegno di tutto lo staff. Oltre alla soddisfazione personale c’è quella di Gabriele Aimini, con il quale mi sono alternato nelle trasferte, di Marco Giardino, di Milco Zanazzo e del responsabile del progetto Giovanni Borri. E’ stato svolto un ottimo lavoro di squadra speriamo di portare a casa una medaglia».

Un lavoro particolare, la lontananza da casa, i molti viaggi conditi a volte da imprevisti o, come in questo caso dal pericolo di attentanti, non sembrano impensierirlo: «Mi piace il mio lavoro e la cosa bella del viaggiare è che si impara tantissimo – ammette -. La recente trasferta in Nord America mi ha dato tantissimo, ho potuto apprezzare il loro sistema organizzativo. Il lavoro con gli atleti di alto livello è senza dubbio un’esperienza formativa e stimolante e il confronto a livello internazionale mi ha confermato l’elevato standard delle nostre tecniche fisioterapiche. Sui rischi che si potrebbero correre a Sochi sono tranquillo, c’è un tale impiego di forze dell’ordine e militari che penso non succederà nulla».

In questi giorni dal centro Azimut di Biella è intanto transitato per alcune rifiniture Francesco Costa, il giovane frenatore elbano che con Simone Bertazzo, Simone Fontana e William Frullani compone la squadra olimpica, completata dal direttore tecnico Tartaglia, appunto da Bistrot e dal tecnico di pista e dei materiali Wolfgang Stampfer. Costa – ex velocista specializzato nei 200 metri – e Frullani arrivano dal mondo dell’atletica come l’illustre e avvenente collega Usa Lolo Jones e l’australiana Jana Pittman: «All’inizio è stata dura – ha detto Costa – perchè abituati a gareggiare al caldo delle piste di atletica e passare al freddo delle gare di bob ha creato molti problemi, poi ci si ambienta. Il bob è un sport di squadra, capace di regalare dosi massicce di adrenalina in quel minuto circa di gara, dove si viaggia a una velocità con punte di 150 chilometri orari. Puntiamo ad entrare tra i primi dieci perchè ci siamo preparati molto bene».

La nazionale di bob sarà una delle ultime a partire per la Russia poiché le gare a due e a quattro sul tracciato dello “Sliding Center Sanki” si disputeranno rispettivamente domenica 16 e lunedì 17 e sabato 22 e domenica 23 febbraio, Tartaglia e soci saranno quindi impegnati in un intenso programma di rifinitura: «Faremo un ritiro preolimpico a Innsbruck, in Austria, per curare alcuni particolari della “spinta” e dell’“ingresso” – conclude Bistrot -, mentre partiremo per Sochi martedì 11, via Zurigo. Sicuramente parteciperemo alla cerimonia di chiusura (che si terrà proprio domenica 23, ndr)». E quello sarà uno di quei momenti che Federico Bistrot ricorderà per sempre.

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