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Torna il presepe meccanico di fratel Amilcare

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Appuntamento con la magia di luci e suoni del presepe meccanico di Fratel Amilcare. L’opera allestita nella casa Belletti Bona aprirà al pubblico giovedì 11 e potrà essere visitata fino a martedì 6 gennaio.

Appuntamento con la magia di luci e suoni del presepe meccanico di Fratel Amilcare. L’opera allestita nella casa Belletti Bona aprirà al pubblico giovedì 11 e potrà essere visitata fino a martedì 6 gennaio.
   
Un presepe magico  capace di restituire la poesia dell’ infanzia anche agli animi inariditi dalla vita. A realizzarlo Fratel Amilcare, scomparso nel febbraio di quest’anno all’età di 99 al centro Lasalliano di Torino dove viveva. A Biella era tornato poco più di un mese prima di morire per visitare la sua opera alla quale era molto affezionato. In quell’occasione si era soffermato un po’ di minuti ad ammirare il lavoro a cui ha dedicato anni di passione e ha sognato ad occhi aperti di fronte la bellezza della natività, così come fanno i bambini. Fratel Amilcare, al secolo Pietro Repetto, sottraendo il tempo al riposo, era capace di lavorare di notte per arrivare puntuale all’appuntamento natalizio con il maestoso presepe. Da qualche anno a questa parte il presepe, con l’aiuto e la generosità della Famiglia Savio, è stato trasferito stabilmente presso la casa Belletti Bona.

Suddiviso in quattro momenti (l’aurora, il giorno, la sera e la notte, con l’apparizione degli angeli e la caduta della neve), il ciclo completo del presepe dura sei minuti e mezzo.

Da Oriente rosseggia il cielo, in un crescendo di fulgore che annuncia il sole e quindi il giorno, mentre gli umori della notte svaniscono per lasciare il posto alla frenetica attività degli operai, dei contadini e degli artigiani; un fremito di vita percorre i sentieri, le valli e le colline lontane, sfumate in tenui colori.

Animato da una promessa di vento, il lago di Tiberiade s’alza e s’abbassa ritmicamente, contrappuntato dalle nenie natalizie e dalla cadenza lenta delle vele gonfie.

Le donne lavano, cullano, filano e tessono, gli uomini pascolano il gregge e s’industriano nei lavori più umili e faticosi fino a sera, fino a spezzarsi le reni.  Finalmente un pesciolino abbocca all’amo, ma Gesù Bambino, perso nel sereno sorriso di sua madre, non se ne avvede.  Così fino al calar del sole, quando i fuochi dei pastori s’accendono e punteggiano le ombre, l’aria si fa presaga di neve e l’attività scema per cedere alla quiete.  Lontano, il palazzo d’ Erode s’erge come un gigante sull’umile capanna, ma il suo sfarzo s’annulla e svanisce nell’apparizione degli angeli, nella bianca età che passa e ripassa nel cielo, ignorandolo completamente. La neve cade, cade, il silenzio s’ impossessa dei cuori, si che i personaggi sono tutt’ uno nell’adorazione del loro Signore.
 
Questi gli orari: dal lunedì al sabato e nei giorni di Natale e Capodanno dalle  16.00 alle  19.00, domenica, Santo Stefano e Epifania  dalle  10.00 alle ore 12.00 e dalle  16.00 alle  19.00

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