Eventi & Cultura
Quasi 7.000 persone per la Venere di Botticelli
«Al termine di questa esperienza penso che possiamo ritenerci soddisfatti»: per l’assessore alla Cultura Teresa Barresi è positivo il bilancio degli oltre tre mesi in cui la Venere di Botticelli è rimasta ospite delle stanze del Museo del Territorio. La mostra straordinaria si è chiusa la sera di domenica 7 settembre, data prevista per la riconsegna del capolavoro alla Galleria Sabauda di Torino che l’ha ceduta in prestito, insieme ad altre opere che hanno trovato asilo e nuovo pubblico in altri musei piemontesi, nel periodo in cui era inagibile per lavori di ristrutturazione.
I dati ufficiali e aggiornati a domenica sera dicono che 6713 persone hanno varcato la soglia del Chiostro di San Sebastiano dal 30 maggio, giorno dell’inaugurazione, al 7 settembre. Di queste, il 40% circa ha usufruito di un ingresso gratuito: erano numerose le categorie, dagli insegnanti agli under 18, dagli over 65 agli studenti universitari, che hanno avuto accesso alla mostra senza dover pagare il biglietto. Il giorno-record è stato proprio l’ultimo: 491 visitatori solo domenica 7. Durante la mostra sono state organizzate visite guidate speciali per numerosi gruppi, da quelli dei centri estivi alla comitiva di turisti arrivata da Torino, fino alla visita in lingua inglese organizzata per ospiti stranieri. In più i venti laboratori organizzati durante l’estate hanno portato al Chiostro di San Sebastiano 390 bambini.
«È stata una grande occasione di promozione del museo» sottolinea l’assessore alla Cultura: «molti biellesi attratti dal nome Botticelli sono approdati al museo, l’hanno scoperto, si sono favorevolmente stupiti delle nostre sezioni archeologiche e storico-artistiche, ma quello che mi è più caro è che abbiano programmato un ritorno per una visita più ampia. Il nostro obiettivo è far sì che tutti i luoghi di cultura della città, già presenti o che potremo pensare di realizzare, siano frequentati e percepiti come ambienti in cui sentirsi accolti e a proprio agio, soprattutto quando se ne varca la soglia con la propria famiglia».
E un altro obiettivo di Teresa Barresi, oltre che di completare l’allestimento con la sezione storico-artistica con le opere delle collezioni ancora in magazzino, è di provare a ripetere l’esperienza con altre mostre ospiti in grado di attirare l’attenzione del pubblico. «Abbiamo la consapevolezza che il museo non va snaturato della sua finalità che è la valorizzazione del patrimonio artistico e archeologico del territorio, ma credo fermamente che aprire le porte a qualche ospite illustre, così come intensificare le temporanee, possa aiutarci a instaurare un rapporto con la città di Biella – e non solo – continuativo e fedele».
Il “saluto” alla Venere è stato dato con una festa, un aperitivo al museo che sabato sera ha riunito un gran numero di persone. Per l’assessore è stata anche l’occasione giusta per i ringraziamenti: «Vanno innanzitutto al curatore del percorso storico-artistico Omar Ronda». L’opera fa parte della collezione che Riccardo Gualino, imprenditore di origini biellesi, donò allo Stato italiano e contribuì a far ospitare nel museo torinese. «Sono d’obbligo» prosegue l’assessore «anche i ringraziamenti a tutti quanti hanno collaborato a questa iniziativa, in cui l’organizzazione interna ha gestito il flusso dei visitatori, si sono svolte visite guidate il sabato e la domenica pomeriggio. Sono state importanti anche le aperture straordinarie la domenica mattina, così come i venti laboratori dedicati ai bambini».Ma la mostra, secondo l’assessore, è solo un punto di partenza. Il resto del percorso è ancora da costruire e Teresa Barresi intende farlo con l’aiuto delle menti più vivaci della città: «Voglio invitare tutti i protagonisti della vita intellettuale locale a un tavolo di confronto con l’obiettivo di raccogliere i contributi necessari. Cercheremo insieme le idee giuste per instillare nuova vitalità culturale alla città di Biella».
I dati
6713 visitatori
70 giorni di apertura
491 visitatori nella giornata di domenica 7 settembre
390 bambini nei 20 laboratori
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