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Pellitteri: “Da Biella scappano anche gli extracomunitari”

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Torna come ogni anno il tradizionale processo del Babi, atto conclusivo del carnevale di Biella.  L’appuntamento, molto apprezzato dal pubblico biellese, avrà luogo questa a partire dalle ore 21,00 presso il Teatro Sociale Villani. Non mancheranno, come sempre, il divertimento e la satira, nonché una sana riflessione sulle problematiche del nostro territorio.

Torna come ogni anno il tradizionale processo del Babi, atto conclusivo del carnevale di Biella.  L’appuntamento, molto apprezzato dal pubblico biellese, avrà luogo questa a partire dalle ore 21,00 presso il Teatro Sociale Villani. Non mancheranno, come sempre, il divertimento e la satira, nonché una sana riflessione sulle problematiche del nostro territorio.

“È un processo alla città dal 1926, si rinnova ad ogni esecuzione ed è una cosa unica nel panorama dei carnevali italiani – afferma con orgoglio Beppe Pellitteri, regista e autore dei testi – Lo spettacolo è complicato, si svolge in un tribunale e le maschere hanno dei contrasti tra di loro al fine di far emergere, attraverso l’ironia e lo sberleffo, i vizi della nostra Biella”.

“Quest’anno il panorama è molto grigio – prosegue Pellitteri – non ci sono fatti clamorosi quali votazioni o rinnovi all’interno della classe politica. Ecco, quindi, che il processo va a cercare nelle pieghe della vita di tutti i giorni i fatti da colpire – continua il grande protagonista, Beppe Pellitteri – La domanda da cui si partirà è la seguente: come siamo ridotti? Perdiamo quotidianamente popolazione, ormai siamo solamente 43mila. Il motivo è che non siamo più attrattivi, non abbiamo più le fabbriche e siamo diventati una città dalla quale vanno via anche gli extracomunitari. Biella non è sempre stata così, ci sono stati periodi in cui il nostro territorio era pieno di gente e di operai che lavoravano addirittura di notte. Una volta, inoltre, si cantava e si rideva: penso alle estati degli anni 70 con gli Uh!, uno dei gruppi locali più famosi. Ecco, vorrei provocare un po’ di nostalgia di quei tempi”.

Al termine della rappresentazione teatrale seguirà in piazza Colonnetti il caratteristico rogo espiatorio dell’insolente rospo vercellese, colpevole di aver puntato il dito proprio contro le debolezze di cui si sono macchiati la città ed i suoi esponenti.

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