Eventi & Cultura
La storia del Giro a Biella: da Taccone a Bruseghin. E nel 1999 la grande impresa del Pirata Pantani
Il Giro e Biella. Il Giro d’Italia e il Biellese. Un rapporto consolidato nel tempo. Il nostro territorio ha ospitato un arrivo di tappa della Corsa Rosa per ben sette volte e quello di oggi sarà pertanto l’ottavo. Ovviamente il più noto è quello del 1999, quello che rese immortale la figura del “Pirata” e che fece di Oropa uno dei simboli del ciclismo moderno. Ma i nostalgici ricordano bene anche le edizioni del ’63 e del ’64.
Il Giro e Biella. Il Giro d’Italia e il Biellese. Un rapporto consolidato nel tempo.
Il nostro territorio ha ospitato un arrivo di tappa della Corsa Rosa per ben sette volte e quello di oggi sarà pertanto l’ottavo. Ovviamente il più noto è quello del 1999, quello che rese immortale la figura del “Pirata” e che fece di Oropa uno dei simboli del ciclismo moderno. Ma i nostalgici ricordano bene anche le edizioni del ’63 e del ’64.
Il 1963
La Asti-Santuario di Oropa è la 11esima frazione del Giro numero 46, 130 i chilometri e maglia rosa sulle spalle di Diego Ronchini. Quel 29 maggio a tagliare per primo il traguardo fu Vito Taccone e Ronchini difese il primato in classifica. Primato che però perse poi il giorno successivo, al termine dei 214 chilometri della Biella-Leukerbad vinta sempre da Taccone. La maglia rosa passò a Franco Balmamion, che la perse successivamente per altri tre giorni, riprendendosela però e trionfando in quel di Milano.
Il 1964
Biella, e non Oropa questa volta, fu teatro anche dell’edizione successiva del Giro d’Italia. Nel 1964 la Corsa Rosa arrivò infatti allo stadio “Pozzo-Lamarmora” (allora si chiamava solamente “Lamarmora”, ndr). Era la penultima tappa, il 6 giugno, la Torino-Biella di 200 chilometri: vinse Gianni Motta e Jacques Anquetil conservò la maglia conquistata ben quindici giorni prima. Il giorno successivo la carovana ripartì proprio da Biella per la passerella finale verso Milano, dove Willy Altig conquistò il successo e lo stesso fuoriclasse transalpino chiuse vittoriosamente la corsa.
Il 1993
Tanti anni di assenza dalla nostre strada per il Giro d’Italia, che vi tornò solamente nel 1993. Erano gli anni d’oro di Miguel Indurain, il campione in carica che si presentava in rosa la mattina del 12 giugno al via della penultima tappa, ancora una volta, la Torino-Oropa di 162 chilometri. Il gruppo affrontò prima l’ascesa di Bielmonte, poi attaccò quella verso il Santuario, dove Massimo Ghirotto mise tutti in riga. Ma la salita rischiò di far saltare il banco, come si suol dire, con Indurain che faticò tantissimo per difendersi dagli attacchi di Piotr Ugrumov, secondo nella generale, che riuscì a staccare lo spagnolo e a sfiorare il clamoroso ribaltone. Solo l’immensa classe permise a Indurain di difendersi, ma in molti lo ricordano accasciarsi sulle transenne subito dopo aver tagliato il traguardo con sullo sfondo la Basilica Nuova. Fu la frazione decisiva, l’indomani il velocista Fabio Baldato si prese la vittoria di tappa (partita proprio da Biella) e lo stesso Miguel Indurain festeggiò il suo secondo e ultimo successo al Giro.
Il 1996
Passano tre anni e la carovana ritorna nella città ai piedi del Mucrone. Il 4 giugno, 17esima tappa del Giro 1996, la Losanna-Biella, 236 chilometri e traguardo posto in Corsa 53° Fanteria. Grande protagonista della frazione è il biellese di Sala Sergio Barbero, che sembra entrare nella fuga buona e arriva a Biella in un gruppetto di tre corridori. La volata lo vede però concludere in terza posizione, mentre il successo va al danese Nicolai Bo Larsen. Maglia rosa saldamente in mano al russo Pavel Tonkov, che salvo un passaggio a vuoto sul Pordoi, la conserverà sino al Castello Sforzesco.
Il 1999
E arriviamo finalmente al 1999. L’annata dell’impresa di Marco Pantani e dei fattacci di Madonna di Campiglio di appena cinque giorni dopo. Ma a noi quello che è successo dopo appunto non interessa, l’impresa del “Pirata” è oggetto di culto per gli amanti del ciclismo e negli occhi di tutti gli appassionati è ancora ben impressa l’incredibile rimonta.
E’ il 30 maggio, 15esima tappa da Racconigi al Santuario di Oropa appunto (160 chilometri). Pantani, già vincitore del Giro d’Italia nel 1998, indossa la maglia rosa conquistata il giorno prima a Borgo San Dalmazzo. Il gruppo arriva pressoché compatto, se si escludono i fuggitivi Petito e Rodrigues, risucchiati poco dopo lo striscione dei -10 chilometri al traguardo. A sette chilometri da Oropa, sulla strada di Cossila Pantani è vittima di un salto della catena, rimane attardato, ma riesce ugualmente a tornare in sella prima dell’arrivo dell’ammiraglia. I rivali nella generale se ne accorgono e attaccano, in particolare il francese Laurent Jalabert. Ci provano anche Zintehekov e Horas. Ma sono tentativi vani. Jalabert, Gotti e Miceli mettono in fila il gruppo, Pantani lentamente recupera e quando mancano 5 chilometri al traguardo raggiunge De Paoli, Savoldelli e Clavero. E’ il momento in cui scatta ancora Jalabert, che rimane solo in testa. La riscossa del “Pirata”, che nel frattempo si è tolto la bandana, è immediata e ha dell’incredibile. A 3 chilometri dalla vetta recupera tutti, affianca Jalabert e lo passa di slancio iniziando la sua passerella in maglia rosa verso il traguardo. Pedalata dopo pedalata il vantaggio di Pantani sugli inseguitori aumenta e sullo striscione dell’arrivo ha una ventina di secondi di vantaggio su Jalabert, mentre Simoni, Gotti, Clavero e Savoldelli finiscono a oltre mezzo minuto.
Il giorno successivo si corre la Biella-Lumezzane, nella quale a primeggiare è proprio Jalabert, Pantani sembra a un passo dal secondo Giro… poi il caos di Madonna di Campiglio…
Il 2007
Nel 2007 tappa tutta biellese la 13esima: il 25 maggio si corre la Biella-Santuario di Oropa, una cronometro individuale di 12,6 chilometri. Danilo Di Luca ha vinto la tappa del giorno prima, prendendosi la maglia rosa che difenderà sino a Milano, ma la frazione viene vinta dal veneto Marzio Bruseghin, campione italiano in carica e autore di una prestazione davvero importante.
Il 2014
Ed eccoci al 2014 e alla Aglié-Oropa del 24 maggio, frazione funestata dal grave incidente occorso a Sergio Leone, addetto della protezione civile investito da una moto della Rai e per lunghi giorni ricoverato in coma. Tappa di 184 chilometri, vinta da Enrico Battaglin, autorevole come non mai nell’ascesa che porta al Santuario della Madonna Nera e meritatamente primo a braccia alzate sul traguardo. E il giorno dopo la carovana riparte da Valdengo, proprio come quest’anno.
La maglia rosa resta al colombiano Rigoberto Uran, che due giorni dopo però la perderà in favore del connazionale Nairo Quintana, che a Milano lo precederà nella generale e si aggiudicherà la Corsa Rosa. Terzo gradino del podio per Fabio Aru.
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